Se avete una ricetta che vi piace particolarmente, alla quale siete legati o che cucinate spesso e non avete un blog mandatemela per posta e io la inserirò in una nuova rubrica "Le ricette dei Lettori". Grazie a tutti!!
Cosa c'è DIETRO? Strato dopo strato, il volume su una delle meraviglie della cucina italiana è il nuovo progetto editoriale della Community più bella del mondo, l'MTChallenge. E il viaggio, sempre più divertente e istruttivo per me, continua.
DIETRO LA LASAGNA è in vendita in tutte le librerie d'Italia e online su Amazon, su IBS e sul sito della Feltrinelli.
E anche questa volta ci sono anch'io con una bella ricettina :D.
Ma la cosa più importante è che acquistando una copia di Dietro la lasagna, si contribuirà alla creazione di
borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri (link: http://www.piazzadeimestieri.it/),
un progetto rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e
che si propone di insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in
uno spazio che ricrea l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe
di una volta- dal ciabattino, al sarto, al mastro birraio e,
ovviamente, anche al cuoco. La Piazza dei Mestieri si ispira
dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove
persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi
culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la
centralità del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in
questa Piazza un punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi
con uno sguardo positivo e fiducioso nei confronti della realtà,
derivato proprio dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il
proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche
attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.
E allora cosa aspettiamo a comprarne un bel po' di copie da regalare magari a Natale??
Non credo che ci sia stato un MTC che mi abbia fatto tribolare come questo della Mai.
A differenza di alcuni partecipanti non ho avuto subito ben chiaro cosa fare.
Una delle prime idee riguardava la cucina romana. La seconda la musica: sempre Roma, o meglio il Lazio, ne era protagonista con i suoi meravigliosi artisti (Mannarino, Calcutta, Silvestri, Gazzè - romano di nascita ma con origini siciliane-, Fabi...).
Solo me chiedo perchè sto così bene con te,
io che non ho paura della notte scura
A fa risse, guerre, scommesse
mille schifezze
Tremo tremo forte fra le tue carezze
tremo tremo forte fra le tue carezze....
Ma i giorni passavano e le ricette si accavallavano. Avevo già in mente una specie di menù romano, quando il meraviglioso post di Caris mi ha letteralmente folgorata. Noooo, niente cucina romana o almeno non solo.
Allora mi sono guardata nel cuore. E ho deciso di riproporre quello che mi caratterizza, il mio percorso di vita, quello che è un po' anche il filo conduttore di questo blog. Ricette fortemente legate al territorio, alla famiglia, al sentimento che mi lega alle terre nelle quali ho vissuto.
Questo ir de tapeo riprende a pieno il significato del verbo ir, andare... di luogo in luogo, di famiglia in famiglia, fino ad arrivare alla mia. Piccolina ma tenera e accogliente.
Nata e cresciuta in un piccolo paesino della Calabria, a 18 anni sono andata a Salerno per frequentare la facoltà di Lingue. Lì ho conosciuto la dolce metà e tra laurea e dottorato mi sono fermata una decina d'anni. Finita l'esperienza universitaria ho deciso di raggiungere il mio bradipo campano in quel di Roma.
* Un pincho di polpette al sugo, quelle di zia Rosina, quelle che non abbiamo mai capito come venivano fatte ma che erano buonissime, qualcosa di divino. Per rispettare la ricetta originale avrei dovuto fare un pinchone (erano più o meno grandi quanto un'arancina)ma ho deciso di adeguarle alla dimensione del palillo. Zia Rosina era una zia di papà. Ci coccolava come se fossimo figli suoi e ci preparava sempre piatti buonissimi. Contadina per una vita le sue specialità erano sicuramente la salsiccia rossa con le patate e le polpette. Non ho mai visto la preparazione perchè le ho sempre trovate già pronte nel forno ma quel sapore non l'ho mai dimenticato. Mamma le ha chiesto più volte la ricetta ma lei non le ha mai saputo dare le dosi precise perchè andava "a occhio". Lei ormai non c'è da più di vent'anni ma il ricordo delle sue attenzioni è ancora vivo in me.
* Una tapa di frittata di maccheroni, tipico piatto di riciclo della tradizione campana (ma la faceva sempre anche la mia mamma <3). Per quel luogo che mi ha accolta e che mi ha donato gli anni più belli della mia vita. Per quella famiglia dell'Irpinia che mi tratta come una figlia.
* E per chiudere Roma. Montadito al cacao, pinoli e uvetta con coda alla vaccinara sfilacciata.Per la coda ho fatto riferimento alla ricetta di Cristiana e a quella presente nel volume La cucina romana e del Lazio di Livio Jannattoni. L'autore riporta diverse versioni: quella classica e quella che prevedeva attraverso la sbollentatura l'ottenimento di due piatti, il brodo e il sugo. Presente anche un componimento di Cesare Simmi, grande oste romano, dedicato proprio a questo piatto:
È 'na ricetta facile, ma vale
pe' preparà un tegame origginale.
Pijate un po' de grasso de presciutto,
'no spicchio d'ajo e 'na cipolla trita,
fate er battuto e poi mischiate tutto
co' l'ojo der tigame che v'invita
a fallo frigge e, quanno ch'è dorato,
giù er vino. Nun appena è svaporato,
subbito er pommidoro e, mano mano,
sèllero, uva passa, 'na manciata
de pignòli, un ber po' de cioccolata,
e, mentre er condimento piano piano
se coce e s'insapora a foco lento,
la coda ariva, e mo' ve la presento.
Dar macellaro che ce fate spesa
fatevela fornì grossa e nutrita,
così nun solo vie' più saporita,
ma ner tegame ve darà più resa;
tajateve li rocchi su misura,
poi giù, ner sugo, fino a la cottura.
Cottura giusta e, quello che più conta,
ch'er sugo nun sia tanto aritirato,
giusto de sale; e adesso l'invitato
se metta a sede che la coda è pronta.
Bon appetito! E mentre la magnate
penzate e la cucina de le fate!
La prima volta che l'ho mangiata me la ricordo ancora. A Garbatella. Una poesia.
Roma è il luogo d'arrivo e di partenza: arrivo dopo tanto vagare nella mente, nei luoghi e nel cuore e di partenza di una vita a due.
Per la coda alla vaccinara (questa quantità di coda riempie circa 7-8 panini... molto pieni :D)
900g di coda di bovino adulto
1200g di passata di pomodoro (considerate che io uso la passata fatta in casa che è leggermente più liquida di quella comprata)
300ml di acqua
20g di strutto
40g di sedano
60g di lardo
60g di cipolla
35g di carota
160ml di vino rosso secco
Per 12 panini al cacao, pinoli e uvetta (avrei dovuto inserire l'uvetta nell'impasto ma mi sono dimenticata. L'ho aggiunta al sugo come da ricetta originale)
500g di farina forte (io 330w)
150g di patate
12g di lievito fresco
20g di cacao
10g di sale
1 cucchiaio raso di zucchero
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
(3 cucchiai di uva passa)
Per le polpette di zia Rosina (20 polpette)
150g di mollica di pane ammollata in acqua tiepida
150g di carne macinata mista (pollo, vitello, maiale)
75g di pangrattato
50g di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 uovo
sale e pepe qb
20g di olio extravergine d'oliva
50g di cipolla
1 spicchio d'aglio
800g di passata di pomodoro (idem come sopra)
150g di acqua calda (per il sugo)
Per la frittata di maccheroni (la ricetta originale prevede che si parta dalla pasta avanzata. Metto le dosi che prevedono 2 piatti di pasta rimasti)
160g di spaghetti conditi con sugo semplice o come volete voi... l'importante è che siano al sugo :D io l'ho condita con il sugo delle polpette di zia Rosina.
50g di Parmigiano Reggiano grattugiato
4 uova
40g di olio extravergine d'oliva
sale e pepe qb
Tempo di preparazione
Per i pinchos: circa 2 ore e mezza
Per le tapas: se partiamo dalla pasta avanzata 20 min max. Se la pasta la dobbiamo cuocere circa 40 min.
Per i montaditos: circa 7/8 ore (se pensiamo ad una cottura di 6 ore per la coda)
Procedimento
Pincho-polpette di zia Rosina. Prepariamo le polpette. Mescoliamo in una ciotola la carne, il pane ammollato nell'acqua calda per una ventina di minuti e strizzato, il pangrattato, l'uovo, il formaggio, sale e pepe a gusto. Otteniamo dall'impasto 20 polpette di grandezza media. Prepariamo il sugo. Facciamo soffriggere cipolla e aglio tritate nell'olio. Aggiungiamo la passata e l'acqua e facciamo arrivare a bollore. Tuffiamo le polpette nel sugo e facciamo cuocere per almeno mezz'ora. Facciamo raffreddare il sugo e le polpette per un'altra mezz'ora. Nel frattempo accendiamo il forno a 200° ventilato. Trasferiamo le polpette (scolandole dal sugo) in uno stampo ricoperto di carta forno. Facciamo cuocere per 20 minuti. Spegniamo e serviamo tiepide.
Tapa-Frittata di maccheroni Se non abbiamo la pasta prepariamola :). Cuociamo gli spaghetti al dente in acqua bollente salata. Scoliamo e condiamo con un sugo semplice. Prepariamo la frittata. In una ciotola capiente sbattiamo le uova, saliamo (pepiamo se piace) e aggiungiamo il formaggio. Uniamo la pasta e amalgamiamo bene. In una padella di circa 22cm di diametro facciamo scaldare l'olio. Versiamo le uova con la pasta e abbassiamo la fiamma. Dopo circa 4-5 minuti, aiutandoci con un coperchio, giriamo la frittata. Facciamo cuocere a fuoco moderato per altri 2-3 minuti. Serviamo calda.
Montadito al cacao e pinoli con coda alla vaccinara sfilacciata. Preparariamo la coda alla vaccinara. Portiamo a bollore una pentola d'acqua leggermente salata, aggiungiamo i pezzi di coda precedentemente sciacquati e facciamoli cuocere per un'ora. Scoliamo (il brodo può essere conservato e utilizzato). In una pentola, grande abbastanza da contenere i pezzi di coda non sovrapposti, facciamo sciogliere lo strutto; aggiungiamo la cipolla, la carota e l'aglio, il lardo e la coda. Facciamo rosolare a fuoco vivo. Sfumiamo con il vino rosso e facciamo evaporare. Aggiungiamo il pomodoro e l'acqua. Abbassiamo la fiamma e facciamo cuocere fino a che la carne non si stacca dall'osso (dalle 4 alle 6 ore). A me dopo 4 ore il sugo si era ritirato e la coda si staccava dall'osso. A questo punto tritiamo 4 coste di sedano e aggiungiamole al sugo di coda. Facciamo cuocere altri 30 minuti. La ricetta tradizionale prevede le coste del sedano, ben mondate e private dei filamenti e del rivestimento esterno, sbollentate per 3-4 minuti in acqua e farina e aggiunte alla coda per altri 15 minuti. Io ho seguito le indicazioni di Cristiana. Prepariamo i panini al cioccolato. Lessiamo la patata per circa 40 minuti.In una ciotola capiente sciogliamo il lievito e lo zucchero nell'acqua tiepida. Setacciamo la farina e il cacao; schiacciamo la patata e mescoliamola alla farina. Aggiungiamo tre cucchiai di uvetta ammollata in acqua tiepida e tamponata con carta assorbente (io l'ho dimenticata e per rimediare l'ho aggiunta al sugo). Cominciamo ad aggiungere la farina all'acqua con il lievito. A metà farina aggiungiamo il sale e facciamolo assorbire. Terminiamo con la farina rimanente e con l'olio. Impastiamo per circa 20 minuti. Facciamo lievitare per 2 ore in una ciotola, coperta con pellicola.
Foderiamo la placca del forno con cartaforno. Dividiamo l'impasto il porzioni di circa 65g l'una e modelliamo delle piccole baguette. Pratichiamo 3 tagli sulla superficie, copriamo con un canovaccio e lasciamo lievitare per un'ora. Accendiamo il forno statico a 200°. Spennelliamo con acqua e spolveriamo con una manciata di pinoli tritati. Cuociamo per 20 minuti. Facciamo raffreddare su di una grata.
Prepariamo il montadito. Stacchiamo la carne dall'osso, sfilacciamola e farciamo il paninetto. E Buon Appetito!!!
P.s.: ho scelto la mini-baguette sempre per quella scia di ricordi e di super-ormoni che mi caratterizza. L'ultimo viaggio in Spagna. Siviglia. Prima volta (per puro caso) da 100 Montaditos. Ormai troppo tempo faaaaa!!!! Chi ha orecchie intenda :D P.p.s.: per onestà... la mia mamma ricorda anche aglio e prezzemolo nelle polpette. Se c'era, era poco e tritatissimo. Io non lo ricordo e assaggiandole ho avuto un effetto Ratatouille meraviglioso... le persone che abbiamo amato restano sempre con noi. P.p.p.s: tapas dei luoghi del cuore ma anche del sugo....
Le bottiglie di salsa consumate per questo MTC... ho sugo per 10 persone :D
Non so come possa essere successo ma una cosa è certa: nonostante la mia quasi giovane età ho la memoria di Nonna Papera (anzi potrei affermare quasi con certezza che lei ricordi le cose meglio di me :D) e dimentico spesso norme del regolamento a volte necessarie per rimanere in gara (vedi MTC n.57).
Quella volta però ne fui contenta perchè ebbi la possibilità di rivivere momenti di un'infanzia felice che, arrivati a volte a una certa età, si tende a dimenticare.
Al di là delle dosi un po' a occhio della mia mamma, quell'occasione rappresentò un passaggio di testimone: tre generazioni di donne della mia famiglia si erano raccolte intorno al tavolo per insegnare alla nuova arrivata (la mia, allora "seienne", nipotina) una tradizione di famiglia.
Riporto le parole che scrissi allora, per poter far capire cosa quel momento ha rappresentato per me.
"La mia mamma... una donna che ha sempre lavorato tanto per non farci
mancare niente, una donna sempre presente nel momento del bisogno sia da
piccoli che, adesso, da grandi, una donna che nonostante non amasse
particolarmente la cucina ogni domenica ci radunava intorno al tavolo di
marmo per insegnarci quello che sapeva fare. Sapete, non è detto che se
uno non ama cucinare non sappia farlo... lei è tuttora bravissima e ad
essere sincera ci sono delle cose che sa fare solo lei e che io mi
ostino a provare, senza ottenere però un risultato che si ci avvicini
anche lontanamente :)
Quando eravamo piccole, lei la domenica mattina si alzava presto,
metteva a lessare le patate e ci svegliava quando erano pronte e
potevamo cominciare ad aiutarla con l'impasto... quale impasto?? Ma
quello degli gnocchi naturalmente!!
Io lo ricordo quasi come un
rito... lei che impasta, che prepara le strisce e poi gli gnocchi, mia
sorella che li cava sopra un cesto capovolto (che purtroppo non sono
riuscita a trovare ;() ed io che li sistemo in fila sul grande tavolo di
marmo.
La cosa che mi interessava di più, però, era far partecipare la mia
nipotina; io credo fermamente che le tradizioni debbano passare di
generazione in generazione e visto che eravamo tutte e quattro in
Calabria ne ho approfittato. Naturalmente, vista la sua giovane età (6
anni) e la poca forza che ha non poteva impastare (anche se ci ha voluto
provare ;))...
A lei è toccato il compito più "importante", quello che tocca ai più piccoli di casa: metterli in fila..."
Ricordo quando la piccola di casa ero io. E ricordo ancora le file perfette che cercavo di realizzare da maniaca ossessiva compulsiva quale sono :D.
Sono stata abbastanza maniacale anche questa volta??
Quando qualche mese fa è venuto a Roma il mio nipotino di 4 anni, e ha chiesto gli gnocchi, li ha voluti anche cavare... non vi dico i risultati... ma un altro membro della famiglia era stato introdotto nel magico cerchio degli gnocchi di patate :D.
Sapevo che prima o poi l'MTC li avrebbe proposti... anch'io come tanti MTCini li aspettavo con ansia. Per questo devo ringraziare Annarita, vincitrice dell'Mtc n.58, che ha deciso di condividere con noi ricordi, ricette, trucchi, consigli.. insomma, un po' di lei e della sua vita! Grazie per le precise indicazioni sul tipo di patata da utilizzare (in effetti avevo un po' di confusione a riguardo) e sullle diverse cotture. Inoltre ho anche scoperto che li ho sempre rigati al contrario O_o.
Quando è uscita la ricetta emozioni e idee si sono alternate nella mia mente, dandomi la sensazione di non arrivare mai a qualcosa di definitivo. Mangiandoli quasi sempre al ragù o alla sorrentina, questa volta volevo qualcosa di diverso, qualcosa di adeguato al clima e ai sapori che piano piano stanno cancellando l'estate appena passata. E ho rimandato. Poi è ricominciato il lavoro, ho ritrovato un vecchio hobby che mi ha preso un po' di tempo e un anniversario che festeggiato più volte ha riempito la pancia e alleggerito la mente.
Insomma settembre è stato un mese pieno ma, dopo aver controllato bene la scadenza, ieri ho deciso che questa domenica avrei provato almeno due delle ricette proposte da Annarita.
Ho deciso quindi di avvicinarmi ai sapori della montagna con degli gnocchi tradizionali con cipolla stufata, guanciale e tomino (gratinati in forno e per questo fuori concorso) e degli gnocchi ripieni di funghi porcini e taleggio su crema di zucca e nocciole.
E per chi ha avuto la pazienza di leggere questo "poema", ecco le ricette.
Gli gnocchi tradizionale con cipolla stufata, guanciale e tomino... vi assicuro che l'aspetto non gli rende giustizia :D
Ingredienti per 2 persone:
Gnocchi ripieni:
280g di patate a pasta bianca(della quasi-suocera)
65g di farina 00 (io w170)
30g di uovo (1/2)
un pizzico di sale
15g di taleggio (tagliato in 15 dadini)
40g di funghi porcini
200g di zucca (della quasi-suocera) già al netto dello scarto
40g di cipolla bianca (della quasi-suocera)
30g di burro tedesco
1/2 spicchio d'aglio
4 nocciole tostate e tritate
acqua
olio extravergine d'oliva
Gnocchi tradizionali:
300g di patate a pasta bianca (quelle della quasi-suocera)
90g di farina 00 (io w170)
un pizzico di sale
30g di burro tedesco
200g circa di cipolla bianca(sempre della quasi-suocera)
40g di guanciale
2 tomini (da circa 100g l'uno)
Tempo di preparazione
Ogni ricetta: 1h e 1/2 circa
Procedimento
Gnocchi ripieni.
Prepariamo gli gnocchi.
Laviamo le patate e facciamole cuocere in forno a 200° (con tutta la
buccia) per circa 40 minuti. Appena pronte, sbucciamole e schiacciamole
con uno schiacciapatate direttamente sulla
spianatoia. Allarghiamole per far uscire il vapore e aggiungiamo
gradualmente la farina, l'uovo e un pizzico di sale. Impastiamo fino ad
ottenere una pagnottina e creaiamo un cilindro.
Tagliamo dei pezzetti di circa 25g e otteniamo una "pizzetta"
all'interno della quale sistemeremo un mezzo cucchiaino di funghi
porcini e un dadino di taleggio.
Prepariamo il condimento (mentre cuociono le patate).
Tagliamo la zucca e la cipolla a dadini, copriamole con acqua fredda
(dovranno essere appena coperte) e facciamo cuocere per circa 15 minuti o
almeno fino a che l'acqua non si è completamente assorbita. Aggiungiamo
15g di burro e frulliamo con il minipimer fino ad ottenere una crema
liscia e vellutata.
Tagliamo a dadini
i funghi porcini e facciamoli cuocere, per una decina di minuti, in una padella antiaderente dove
avremo fatto prima rosolare uno spicchio d'aglio in 3 cucchiai di olio
d'oliva. Appena cotti, eliminiamo l'aglio e tritiamoli a coltello.
Prepariamo il piatto. Cuociamo gli gnocchi in
acqua bollente leggermente salata. Quando cominciano a salire, facciamo
sciogliere gli altri 15g di burro in una padella con un mezzo
cucchiaino di pepe nero. Scoliamo con una schiumaiola e facciamo
insaporire con il burro al pepe.
Dividiamo in due piatti la crema di zucca, sistemiamo al centro gli gnocchi e spolveriamo con le nocciole tritate.
Serviamo caldi.
Gnocchi tradizionali.
Prepariamo gli gnocchi. Laviamo le patate e cuociamole per circa 40 minuti o almeno fino a quando non si infilzeranno con una forchetta. Peliamole e schiacciamole con uno schiacciapatate direttamente sulla spianatoia. Allarghiamole per far uscire il vapore e aggiungiamo gradualmente la farina e un pizzico di sale. Impastiamo velocemente, otteniamo dei cilindri di circa 1,5cm di diametro e dividiamoli in pezzetti di circa 2 cm. Creiamo gli gnocchi rigandoli sui rebbi di una forchetta o utilizzando un rigagnocchi.
Nel post di Annarita troverete le foto del procedimento e anche un bel filmato per poter lavorare correttamente.
Prepariamo il condimento (mentre cuociono le patate). Tagliamo le cipolle a fettine sottile e facciamole cuocere per circa 15 minuti in una padella antiaderente con 30g di burro. Aggiungiamo se necessario un po' d'acqua (io circa 50g - una tazzina). Appena cotta, mettiamola da parte e, nella stessa padella, facciamo rosolare il guanciale tagliato a dadini. Uniamolo alle cipolle e mescoliamo.
Mettiamo i tomini (uno alla volta) tra due fogli di carta forno e, con il matterello, schiacciamoli in modo da portarli alla stessa dimensione delle cocottine.
Prepariamo le cocotte. Cuociamo gli gnocchi in acqua leggermente salata fino a quando non salgono in superficie. Scoliamo con una schiumaiola e uniamoli al condimento, mescolando delicatamente.
Dividiamo gli gnocchi in due piatti o cocotte, sistemiamo sopra il tomino e facciamo cuocere in forno ventilato a 180° per 20 minuti.
Con queste ricette (anche se una fuori concorso) partecipo all'MTC di Settembre
Ps: l'MTC sempre con me... anche addosso! Grazie per l'ispirazione ;)!
Pps: dopo aver visto i mitici Premi MTC, posso dire che sono l'eccezione che conferma la regola. A me gli gnocchi li faceva mamma! Nonna, almeno quella che ho conosciuto, non sapeva neanche fare la pastina O_o
Calabrese di una zona di confine dove, causa turismo, la pizza al piatto è stata affinata e resa molto simile a quella campana, fidanzata da ormai non so più quanto con un soggetto che vivrebbe mangiando solo pizza, nuora di una donna che impasta anche 10kg di farina a mano e ha un forno a legna che vede ogni anno teglie e teglie di pizza.
Insomma, non potevo che diventare quasi una fanatica :D.
Con la napoletana ho un rapporto conflittuale.
Con quella in teglia il rapporto è più pacifico. Ho seguito corsi vari (di Paoletta e Adriano e di Gabriele Bonci - io sono quella in adorazione in basso a destra), e ho provato tanti impasti. Quello di Antonietta è il più soffice che abbia mai mangiato. L'impasto è molto semplice e non vedo l'ora di provare altre farciture. Grazie mille Antonietta per quasta "nuvola"...
Per la pizza in teglia di Antonietta, ricetta dell'MTC di Giugno, ho scelto una ricetta calabrese. Pipi, patan' e cipudd' è un contorno fatto con peperoni, patate e cipolle. Le cipolle e le patate sono quelle della mia mamma e i peperoni quelli del mio balcone. Sono piccolini ma gustosi.
Al centro uno lasciato un pochino troppo sulla pianta :D
Ingredienti:
450g di farina (di cui 370g w350 della Garofalo e 80g buratto molino Marino)
290ml di acqua
12g di sale
1 di lievito
2 patate medie
1/2 cipolla rossa di Tropea
4-5 friggitelli
7 fette di scamorza affumicata
olio extravergine d'oliva qb
sale qb
Tempo di preparazione
1h (impasto e cottura) + 16h (maturazione) + 4h (lievitazione)
Procedimento Per l'impasto riporto le parole di Antonietta. "Setacciare
la farina, trasferirla in ciotola, fare la fontana, aggiungere il lievito di
birra sciolto in una tazzina di acqua prelevata dal totale, il resto dell’acqua
e il sale sulla farina, verso il bordo della ciotola.
Iniziare a
incorporare man mano la farina,
intridendola con le dita e poi una volta terminato ribaltare sul piano
da lavoro e impastare per 10 minuti, piegando e ripiegando più volte,
schiacciando l’impasto senza strapparlo.
A fine impasto, prima della lievitazione e dopo la prima lievitazione
Trasferire
in una ciotola, coprire con pellicola e lasciar a temperatura ambiente per 1
ora. Trasferire poi in frigo per 8/10
ore, ma volendo anche 15/18 ore (le
farine forti ci permettono questi tempi) . Io 16 ore (con temperatura frigo tra 5 e 7 gradi).
Togliere dal
frigo e lasciar a temperatura ambiente per 2 ore e comunque fino a quando l’impasto
risulti gonfio.
Ribaltare sul piano da lavoro, stendere con le mani, senza
schiacciare, ma allargando l’impasto dal centro verso il bordo, infilare le
mani sotto il disco di pasta fino a poggiarlo su metà avambracci e traferire in
una teglia oliata.
Lasciar
lievitare altre 2 ore."
Io ho steso l'impasto un po' troppo ed è risultato un pochino più grande della teglia. Un consiglio: stenderlo un po' di meno e poi finire nella teglia.
Condiamo la pizza.Trascorse le due ore ore,accendiamo il forno a 250° e condiamo la pizza con rondelle di cipolla, di patate e di peperoni. Saliamo leggermente e condiamo con un filo d'olio.
Copriamo il tutto con le fette di scamorza. Io le ho messe intere intorno e a cubettini al centro. Cuociamo per circa 20 minuto nel ripiano centrale.
Serviamo calda e buon appetito.
Ecco la foto della fetta... morbida ma morbida.... uno spettacolo.
E naturalmente quale giorno scelgo per provare la ricetta di giugno dell'MTChallenge? La giornata più calda avuta finora a Roma. Un caldo innaturale. Trentotto, e dico trentotto, gradi in macchina alle 11 non si possono commentare.
E' lievitata velocemente, troppo, e ammetto di averla stesa quando il punto giusto era un po' passato, ma era cmq buonissima.
La pizza è il piatto preferito dal letargico di casa e questo mese, causa MTC, gli avevo promesso tante tante pizze. Poi, come al solito, smi dimostro una sola e mi riduco sempre all'ultimo.
Visto che era l'ultimo giorno (per fortuna è diventato il penutimo :)) ho optato per la pizza al piatto. Non c'era tempo per la maturazione in frigo della pizza in teglia.
Ho pensato a due versioni: alla fine ne ho preparate tre, di cui una fuori concorso.
Prima di cominciare, un grande grazie ad Antonietta per le ricette proposte, che vi consiglio di leggere molto attentamente.
Al lavoro.
Ho scelto per l'impasto la farina buratto del Mulino Marino con una percentuale di proteine del 12,23% e un fattore W 270-290; è una farina molto particolare che regge un'idratazione molto alta (per alcune ricette anche il 100%) e dal sapore quasi integrale. Avrei dovuto, molto probabilmente, alzare un po' la quantità d'acqua, ma ero troppo curiosa di vedere la reazione della farina.
Di idee me ne erano venute tante. All'inizio avevo pensato a un excursus temporale: per prima la quattro stagioni, pizza che mangiavo da piccolina e che adoravo, poi la calabrese, pizza che scelgo sempre per capire se una pizzeria è buona o meno e alla fine la margherita con bufala.
Visto che la calabrese o diavola l'avevo già fatta, al piatto ma con lievito madre, ho pensato a delle varianti.
La prima versione è un misto di Calabria e Spagna (che stanno bene insieme secondo me :D) mentre la seconda è tutta romana. Una bella amatriciana non proprio tradizionale, vista la presenza della cipolla (durante un corso fatto sulla pizza in teglia, Gabriele Bonci insisteva sulla presenza della cipolla nell'amatriciana).
Ingredienti per tre pizze tonde da circa 30cm di diametro:
450g di farina buratto
250g di acqua
1g di lievito di birra
12g di sale
Per i condimenti:
1,5 kg di pomodori San Marzano tagliati a cubetti (già al netto dello scarto)
120g di mozzarella di bufala (per la terza pizza fuori concorso)
1 cipolla rossa di Tropea media (della mia mamma :D)
una decina di fettine di chorizo
qualche fettina di caciocavallo
100g circa di guanciale
pecorino grattugiato q.b.
Tempo di preparazione
circa 8 ore Procedimento Preparare il sugo. Dopo aver tagliato i pomodori a cubetti, farli cuocere per almeno due ore a fuoco medio. Frullare con il minipimer, salare e far raffreddare. Il sugo ottenuto è servito per condire tutte e tre le pizze. Per l'impasto riporto le parole di Antonietta. "Misurare
l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità in due
tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il lievito di birra.
Versare il
contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e iniziare ad
aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata a parte, incorporandola
man mano all’acqua, poi finita la farina aggiungere il sale sciolto in acqua,
continuare ad amalgamare fino a
raggiungere il “punto di pasta”. Il disciplinare dice che questa fase deve
durare 10 minuti, a me è durata circa 5/6 minuti.
Ribaltare
sul piano da lavoro e lavorare 20 minuti. Non sottovalutare questo tempo: è
estremamente necessario per ottenere un impasto non appiccicoso, morbido ed elastico e una
pizza soffice e asciutta.
Piegare e
schiacciare ripetutamente, poi all’avvicinarsi dei 20 minuti l’impasto
diventerà morbido e sempre più cedevole e infine avrà un aspetto setoso.
A questo
punto riporlo in una ciotola di vetro o porcellana, coprire con pellicola e
lasciar lievitare per 2 ore."
"Procedere
alla staglio a mano. Il disciplinare
consiglia di ottenere dei panetti da un peso compreso tra i 180 e 250 g
che corrispondono a tre panetti da 30 cm circa di diametro o quattro
panetti da 22 cm circa di diametro.
Riporli su
un telo non infarinato, perché essendo
un impasto ben incordato, non si attaccherà durante la lievitazione, e lasciar
quindi lievitare per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C (come previsto dal disciplinare).
Riscaldare
il forno alla massima temperatura insieme alla teglia che servirà per la cottura,
senza mai aprire lo sportello. Una volta che i panetti sono lievitati stenderne
uno alla volta su un ripiano, stavolta va bene anche il legno, spolverato con
farina di semola, senza usare il mattarello ma allargandolo con le mani,
dal centro verso il bordo e poi, come fanno i pizzaioli veri, facendolo debordare
roteandolo, in modo che avvenga un’estensione più delicata."
Le pizze dopo la stesura dell'impasto. Si vedono gli effetti della "troppa lievitazione" (me tapina) sull'elasticità dell'impasto.
"Prelevare lo
stampo dal forno, trasferirci il disco di pizza, senza oliare, condire e
infornare per 5 minuti al ripiano più basso, poi altri 4/5 minuti nel ripiano
più alto. (il disciplinare prevede 90 secondi di cottura in forno a legna)".
Io ho cotto la prima (fotografata solo all'uscita - e non sopo la stesura- perchè fuori concorso) seguendo il primo metodo, tutta in forno, e le altre due seguendo il secondo metodo, pentola-forno.
Dopo aver cotto per un paio di minuti la pizza sulla padella rovente ho condito la prima pizza con la salsa di pomodoro, la cipolla affettata, il chorizo e il caciocavallo e la seconda con salsa di pomodoro, cipolla, guanciale e pecorino grattugiato. Entrambe le pizze hanno cotto per 5 minuti a 250°, forno statico, ripiano alto.
Pizza calabro-spagnola con cipolla rossa di Tropea, chorizo e caciocavallo
Pizza amatriciana con guanciale, cipolla e pecorino
Questa la pizza margherita con mozzarella di bufala cotta completamente nel forno. Come cottura, personalemente, ho preferito la cottura su padella.
Fuori concorso
Adesso ho voglia di provare con un'altra farina... chissà se ci riesco entro domani sera :D
Mi sono resa conto, leggendo il commento di Antonietta, che forse era necessario parlare un po' di più della reazione della farina buratto a questa quantità di acqua. In effetti, per una farina con un potere di assorbimento dei liquidi così alto, questa quantità era un po' pochina. All'inizio non ha dato problemi. Sicuramente gli ultimi 20 minuti sono stati particolarmente faticosi. Io mi sono fatta aiutare dall'uomo di casa: io ho le braccia un po' debolucce e lui ogni tanto mi aiuta. Oggi cmq per dare una mano a chi vuole provare a fare la pizza con questa farina ho impastato nuovamente. Essendo sola a casa non vi dico che fatica. Ecco le varie fasi:
Lo avevo detto che l'ultimo neurone era morto, vero?
A dimostrarlo il fatto che abbia dimenticato il computer a scuola giusto il giorno in cui dovevo correggere una montagna di compiti e scrivere il post dell'ultimo giorno della sfida del mio ultimo cheesecake.
Penso che tutto capiti per un motivo. Oggi tornerò a fare l'amanuense e domani trascriverò tutti risultati sul computer per quanto riguarda i compiti. Per il blog è un po' più complicato. Il letargico di casa stasera mi dovrà far usare almeno per una mezz'oretta il suo computer.
Sperando di riuscire a fare tutto in tempo. Nel post precedente vi ho raccontato di come la mia prima idea di cheesecake si avvicinasse molto a quella pubblicata da Giulia. Un meraviglioso cheesecake. Quindi ho cambiato direzione, ho pensato a qualcosa che fosse sempre messicano perché in fondo mi rappresenta.. Un ricordo vivido e meraviglioso, dal punto di vista culinario, che ho del Messico riguarda le tostadas, tortillas fritte e condite con ogni ben di Dio. Gli ingredienti fissi normalmente sono formaggio (panna acida), pomodoro e insalata. La più comune è quella con il tacchino o con il pollo ma a me piaceva l'abbinamento gamberi-avocado e quindi ho ricreato, per l'MTC di questo mese, sempre prendendo spunto e seguendo i suggerimenti di Fabio e Annalù, una tostada di gamberi e avocado. O meglio, un cheesecake al sapore di una tostada messicana.
Visto che sono fuori concorso anche con questa, ripubblico la foto della fetta fatta oggi pomeriggio... e dopo me la sono pappata (alle 6 del pomeriggio sì :D)
Ingredienti per uno stampo di 14cm di diametro con apertura a cerniera: Per la base:
75 g di nachos o totopos
40g di burro
Per il ripieno:
100g di ricotta di bufala
50g di panna acida
6 gamberoni
2 pomodori perino
5g di fogli di colla di pesce
Sale
10g di olio extravergine d'oliva
Per il topping:
100g di avocado molto maturo già al netto dello scarto
16g di cipolla rossa
12g di succo di lime
50g di panna
Sale
20g di olio
5g di foglio di colla di pesce
Per le decorazioni
Qualche fogliolina di insalata
l'olio di cottura dei gamberi
15g di maltodestrina
15g di succo di lime
2,5g di colla di pesce
1/2 habanero
1/2 pomodoro perino
Tempo di preparazione
4h circa
Procedimento
Prepariamo la base. Tritiamo i nachos finemente e uniamoli al burro fuso non
caldo. Rivestiamo il fondo dello stampo (il mio era a cerniera e aveva
sulla base la cartaforno e sull'anello la pellicola) con il composto
ottenuto schiacciando bene, aiutandoci con un cucchiaio. Facciamo
rassodare in frigo per almeno 15 minuti.
Prepariamo il ripieno. Mettiamo
a bagno il foglio di colla di pesce in acqua fredda. Tagliamo la melanzana a
cubetti e tritiamo la cipolla. Puliamo i gamberoni eliminando la testa, il carapace e il filino intestinale. Facciamoli soffriggere nei 10g di olio extravergine di oliva fino a che non sono dorati da entrambi i lati. Conserviamo l'olio di cottura. Frulliamo i gamberi con la ricotta e la panna acida. Tagliamo i pomodori a cubetti e
frulliamoli. Riscaldiamo il pomodoro (io 30 secondi al microonde), sciogliamoci il foglio di gelatina ben
strizzato e aggiungiamolo al composto di gamberi e ricotta. Saliamo. Versiamo
il ripieno sulla base di nachos e livelliamo con un cucchiaio. Inseriamo, alternandole, le foglioline di insalata.
Mettiamo in frigo a rassodare almeno un'ora.
Prepariamo il topping e la gelatina di lime. Tritiamo la cipolla e uniamola all'avocado schiacciato con la forchetta. Aggiungiamo il succo di lime, l'olio e il sale e frulliamo fino ad ottenere un composto liscio. Mettiamo in ammollo in foglio di
gelatina (5g) in acqua fredda. Riscaldiamo la panna, strizziamo bene il foglio di gelatina e sciogliamolo nella panna calda. Mescoliamo bene, fino a farlo
sciogliere completamente, uniamolo alla crema di avocado e versiamo tutto
sul ripieno. Facciamo raffreddare in frigo per almeno due ore. Riscaldiamo il succo di lime,strizziamo il foglio di colla di pesce ed facciamolo sciogliere nel lime. Versiamo in stampini di silicone, facciamo raffreddare in congelatore per 15 minuti e poi passiamo in frigo (almeno io ho fatto così per problemi di tempo).
Al momento di servire. Tagliamo a cubetti il pomodoro e a striscioline l'habanero. Fate attenzione è molto piccante. Sformiamo il cheesecake aprendo lo stampo a cerniera, sformiamo anche la gelatina (a me si è un po' rotta :() e sistemiamola al centro. Mescoliamo la maltodestrina con l'olio dei gamberi per ottenere la polvere. Decoriamo con il pomodoro l'habanero e la polvere di gamberi.
La polvere di gamberi (ma in generale la polvere ottenuta con la maltodestrina... o almeno quella che faccio io ;)) si scioglie o meglio perde la sua consistenza soffice dopo qualche minuto. Conviene usarla proprio all'ultimo.
La gelatina si è rotta leggermente mentre la sformavo. L'idea iniziale era di fare delle perle di lime ma avendo finito l'agar-agar non mi sono riuscita a regolare con la colla di pesce.
L'habanero è molto molto forte. Avvertite gli ospiti :).
Qualcuno
penserà: ma ti lamenti sempre? In effetti in questo periodo il
soprannome affibbiatomi dal letargico di casa, cioè lamentina, sembra
più che mai calzante.
Non
voglio tediarvi con le vicissitudine di una povera insegnante che ha dovuto seguire le assurde richieste di un Ministro
dell'Istruzione che di scuola, vi assicuro, non sa poprio nulla e che ha
dovuto sostenere l'ultimo concorso truffa per poter continuare a fare
il lavoro che ama.... non voglio farlo ;)!
Mai
stata amante dei dolci. Sempre stata una grande "arronzona" (dicesi
arronzona una persona che fa le cose in modo poco preciso,
improvvisando) nella loro preprarazione: la pasticceria e la sua
precisione mi spaventa e allo stesso mi affascina. Quando ho visto la
ricetta di questo mese, sono sincera, mi sono letta il regolamento
voracemente, nella speranza di ritrovare quella variante salata che
sento più nelle mie corde. Eccola, era lì che mi aspettava. Il primo
cheesecake stava facendo capolino: allora, Messico.... mumble, mumble...
avocado... mumble, mumble...
E mentre il suddetto concorso stordiva anche l'ultimo neurone, vedo una meraviglia su fb... il cheesecake guacamole di Giulia! Uno spettacolo! Mannaggia... ok... non abbandono l'idea ma la conservo come ultima possibilità.
L'ho preso come un segnale.
Cambio idea e mi butto sul dolce. Basta aver paura!
La
ricetta ad una prima lettura sembra molto semplice. Lo è ancora di più
la realizzazione pratica. Avevo gà l'idea precisa di come doveva venire.
Esco e compro tutto... o meglio, quasi tutto. Naturalmente cosa ci si
può dimenticare avendo solo un mezzo neurone funzionante? Uno degli
ingredienti principali. La panna.
Rimando al giorno dopo.
Ritorno
al supermercato e compro altre cose, per un secondo cheesecake. Penso
alle mie origini, dico tanto la 'nduja ce l'ho a casa e prendo tutto il
resto. La ricotta di bufala ormai non è un problema: abbiamo trovato un
caseificio che la fa buonissima. Mi ricorda tanto quella di Battipaglia.
Vado
a casa e naturalmente la 'nduja era finita. Vabbè... è ufficiale! E'
morto anche l'ultimo neurone. Ho solo venerdì pomeriggio, pazienza....
non ce la metto.
Torno a casa da scuola e, tra un delirio e l'altro, comincio.
Eccovi
i miei due cheesecake, la versione dolce con topping di more e lamponi
al cioccolato fondente e la versione salata con melanzane e patate con
topping di peperoni e pomodori.
Per la ricetta della ciambotta mi sono ispirata a quella di Edoardo De Filippo, presente nel libro Si cucine cumme vogli'i con il nome di Cianfotta,
anche perchè quella del mio papà era "un po' tutto a occhio". Anche lui
in cucina era un po' un arronzone come me :). Io non avevo l'anello di
acetato... non vi dico per sformare dal coppapasta rivestito di
pellicola il cheesecake dolce... O_O
Ingrendienti per un cheesecake alle melanzane, patate, peperoni, pomodori e cipolla (diametro stampo cm 14)
Per la base:
75g di cracker
37g di burro
Per il ripieno:
300g di melanzana (di cui 150g con la buccia e 150g senza)
150g di patata
20g di cipolla rossa
50g di ricotta di bufala
25g di robiola
20g di olio extravergine di oliva
15ml di latte
5g di gelatina
Per il topping:
150g di peperone rosso
80g di pomodoro perino
30g di cipolla
20g di olio extravergine di oliva
5g di gelatina
Per decorare:
la buccia della melanzana
qualche anello di cipolla rossa
mezzo peperone friariello
olio qb
Tempo di preparazione
4 ore circa
Procedimento
Prepariamo la base. Tritiamo i crackers (credo finemente perchè i miei
erano grossolani e si sbriciolava un po') e uniamoli al burro fuso non
caldo. Rivestiamo il fondo dello stampo (il mio era a cerniera e aveva
sulla base la cartaforno e sull'anello la pellicola) con il composto
ottenuto schiacciando bene, aiutandoci con un cucchiaio. Facciamo
rassodare in frigo per almeno 15 minuti.
Prepariamo il ripieno. Mettiamo
a bagno il foglio di gelatina in acqua fredda. Tagliamo la melanzana a
cubetti e tritiamo la cipolla. Facciamo rosolare quest'ultima in una
padella antiaderente e uniamo la melanzana. Facciamo cuocere a fuoco
medio fino a quando la melanzana non è ben cotta. Conserviamo la buccia
di metà melanzana e tagliamola a striscioline sottili. Mettiamo da
parte. Tagliamo a dadini la patata e sbollentiamola per circa 5 minuti.
Scoliamo e mettiamo da parte. Uniamo la melanzana e la patata e
frulliamo con il mixer il composto. Aggiungiamo la ricotta e la robiola e
frulliamo. Riscaldiamo il latte, sciogliamoci il foglio di gelatina ben
strizzato e aggiungiamolo al composto di melanzane e patate. Versiamo
il ripieno sulla base di crackers e livelliamo con un cucchiaio.
Mettiamo in frigo a rassodare almeno un'ora.
Prepariamo il topping. Tagliamo
a cubetti il peperone e il pomodoro. Tritiamo la cipolla e facciamola
rosolare in una padella antiaderente con l'olio. Aggiungiamo il peperone
e dopo circa 5 minuti, il pomodoro. Facciamo cuocere a fuoco
medio-basso fino a quando non è cotto. Mettiamo in ammollo in foglio di
gelatina in acqua fredda. Frulliamo il peperone con il mixer fino ad
ottenere una purea. Strizziamo bene il foglio di gelatina e
asggiungiamolo alla crema ottenuta. Mescoliamo bene, fino a farlo
sciogliere completamente e versiamo il topping di peperone e pomodori
sul ripieno. Facciamo raffreddare in frigo per almeno due ore.
Al momento di servire. Tagliamo
qualche anello di cipolla e di peperone friariello. Infariniamo le
striscioline di melanzana e gli anelli appena ottenuti. Facciamoli
rosolare in poco olio. Sformiamo il cheesecake aprendo lo stampo a cerniera e decoriamolo con le verdurine fritte.
Adesso passiamo alla versione dolce. Per le dosi ho seguito alla lettera la ricetta di Annalù.
Ingrendienti per un cheesecake alle more e lamponi (tre coppaposta dal diametro di cm 10, 8 e 5)
Per la base:
75g di biscotti Digestive
37g di burro
Per il ripieno:
1000g di ricotta di bufala
100g di panna uht
50g di zucchero a velo
5g di gelatina
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
Per il topping:
125g di more
25g di zucchero
5g di gelatina
1 cucchiaio di succo di limone
Per decorare:
circa 125g di lamponi
4/5 quadratini di cioccolato fondente
Tempo di preparazione
4 ore circa
Procedimento
Prepariamo la base. Tritiamo
i biscotti finemente e uniamoli al burro fuso non
caldo. Rivestiamo il fondo dello stampo (io ho usato 3 coppapasta
rivestiti di pellicola di 3 dimensioni diverse poggiati su un tagliere
rivestito di cartaforno) con il composto
ottenuto schiacciando bene, aiutandoci con un cucchiaio. Facciamo
rassodare in frigo per almeno 15 minuti.
Prepariamo il ripieno. Mettiamo
a bagno il foglio di colla di pesce in acqua fredda. Montiamo 75g di
panna e conserviamola in frigo.
A parte mescoliamo la ricotta con lo zucchero a velo e l'estratto di
vaniglia con un frullino. Nel frattempo sciogliamo in 25g di panna
precedentemente riscaldata il foglio di colla di pesce ben strizzato e
aggiungiamolo al composto di ricotta e zucchero. Aggiungiamo anche la
panna ma mescolando dall'alto verso il basso con un mestolo di legno per
non farla smontare. Versiamo sulla base di biscotti e livelliamo
aiutandoci con un cucchiaio. Mettiamo in frigo a rassodare almeno
un'ora.
Prepariamo il topping. Mettiamo
in ammollo in foglio di
gelatina in acqua fredda. Frulliamo le more con lo zucchero e il succo
di limone. Riscaldiamone 1/3, strizziamo bene il foglio di colla di
pesce e sciogliamolo nella crema di more calda. Aggiungiamo il resto
della crema e distribuiamo sopra il ripieno. Facciamo raffreddare in
frigo per almeno due ore.
Prepariamo le decorazioni. Sciogliamo
al microonde il cioccolato e intingiamo la punta di metà dei lamponi
nel cioccolato. Sistemiamo i lamponi alternando quelli con il cioccolato
a quelli senza mezz'ora dopo aver sistemato il topping.
Al momento di servire. Sformiamo molto delicatamente i tre cheesecake spingendo dal basso verso l'alto.
Sperando
di non aver sbagliato nulla e di essere in concorso con emtrambe le
ricette passiamo ai difetti delle due versioni. Un po' di sana
autocritica non guasta mai :D: io ho usato il burro tedesco perchè
preferisco il sapore ma può essere che abbia influito sulla compattezza
finale della base. Quella della versione salata si sbriciolava un po'
(ma io non avevo tritato finemente i cracker) mentre quella della
versione dolce ha mantenuto un po' di più la compattezza (i biscotti li
avevo tritati meglio). Quindi mea culpa!!! La prossima volta triterò
finemente i biscotti e userò il burro normale.
Il sapore delle more è molto aspro. Il letargico di casa le ha mangiate quasi tutte e tre dicendo che erano buonissime. Mi fido perché è lui l'esperto di dolci ma io un tintinnino di zucchero in più ce lo avrei messo.
Scopro solo ora, grazie al commento di Silvana, che ci voleva la foto della fetta. Non ricordo se l'ho fatta o meno. Vabbè al limite sono fuori concorso ;). La sd è a scuola, insieme al mio pc. Domani controllo e al limite aggiungo. Nel frattempo ammazzo l'ultimo neurone rimasto perché, evidentemente, non serve a nulla.
Ma quando aveva provato a dichiararsi, dopo quasi un anno di amicizia, non era stata molto fortunata.
Era stato un anno intenso, durante il quale biscotti e ciambelle erano stati messaggeri di affetto, l'unico modo che aveva per dimostrargli qualcosa e, dopo il primo rifiuto, qualcosa le diceva di non mollare.
Durante l'estate gli sms furono continui, reciproci..
Alla fine lei decise che quei biscotti sarebbero stati i messaggeri del suo amore. Li preparò, se li fece mettere sottovuoto da un alimentari del suo piccolo paesino e li spedì.
Convinta che così durante quei mesi, e attraverso quei biscotti, gli avrebbe fatto compagnia.
E sua mamma li buttò. Non la conosceva e aveva paura: chi invia di biscotti sottovuoto per posta?!
Scoperto solo anni dopo, è arrivato il momento, grazie a Dani e Juri e alla ricetta dell'MTC di aprile, di ridare a quei biscotti la dignità perduta.
Butter-free fin dall'inizio si preparavano in un momento partendo dalla ricetta della frolla classica ma sostituendo il burro con l'olio: 500g di farina, 250g di zucchero, olio d'oliva, cocco e/o cioccolato "a occhio".
Con la ricettadiDani e Juri posso finalmente dare una quantità all'olio e ai componenti aggiuntivi. Nel loro post potrete trovare ben quattro tipi di frolla: frolla classica, montata, sablé e all'olio. Grazie mille!
Per circa 10 biscotti al cocco:
Rumori molesti in condominio, come difendersi? - Blog „“
Per la preparazione ho seguito le indicazioni di Dani e Juri.
Per l'impasto a mano: mescoliamo l'olio con lo zucchero e le le uova. Aggiungiamo il sale e la farina poco alla volta. Unire alla fine il cioccolato o il cocco.
Per l'impasto in planetaria: mettiamo nella ciotola l'olio con le uova e lo zucchero. Facciamo andare l'impastatrice a velocità bassa con la foglia per un minuto. Aggiungiamo il sale e poi la farina un cucchiaio alla volta. Alla fine aggiungiamo il cocco o il cioccolato.
Aiutandoci con le mani, creiamo delle palline e cuociamo o in forno ventilato a 180 gradi per circa 15 minuti.
Siamo Tournati. Siamo sempre noi. Quelli della Community più divertente e, per me, più istruttiva del mondo :D. Siamo quelli dell'MTChallenge.
Ci siamo visti prima per un bel paté, poi per le insalate (ma quelle con la I maiuscola) e poi per dei dolci lievitati. E ogni volta ci siamo stupiti da soli ;).
Siete diffidenti? Non ci credete? Allora dovete solo sfogliare questo volume meraviglioso.
TORTE SALATE è possibile trovarlo, in tutte le librerie d'Italia.
E anche questa volta ci sono anch'io, con due belle ricettine :D
Ma la cosa più importante è che acquistando una copia di Torte Salate, si contribuirà alla creazione di
borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri (link: http://www.piazzadeimestieri.it/),
un progetto rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e
che si propone di insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in
uno spazio che ricrea l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe
di una volta- dal ciabattino, al sarto, al mastro birraio e,
ovviamente, anche al cuoco. La Piazza dei Mestieri si ispira
dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove
persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi
culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la
centralità del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in
questa Piazza un punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi
con uno sguardo positivo e fiducioso nei confronti della realtà,
derivato proprio dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il
proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche
attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.
E se volete venire a trovarci eccoci in giro per l'Italia con il TortaaTortaTour
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Qui di seguito indirizzo e orari:
Milano Giovedì 31/3 ore 18,30 Libreria Mondadori Megastore via Marghera 28 interviene
Fernanda Roggero
Torino Lunedì 4/4 ore 18.30
Piazza dei Mestieri via Jacopo Durandi 13 (1° piano)
Genova Martedì 5/4
ore 18
La Feltrinelli Libri e Musica
Via Ceccardi 16r
– interviene
Sergio Rossi
Verona Mercoledì 6/4 ore 18
la
Feltrinelli Libri e Musica
via Quattro Spade 2 interviene
Stefania
Berlasso