giovedì 5 dicembre 2013

...è scoccata L'ORA DEL paTE'


Che cos'è l'MTChallenge? Se qualcuno ancora non lo sapesse è un posto magico, un insieme di persone speciali, è il bianconiglio di Alice che ti porta nel Paese delle Meraviglie.. Non puoi non seguirlo e ti capiterà di impazzire un po' con lui alla ricerca della ricetta perfetta ;) ma ti fa scoprire ed imparare tante cose, affrontare esperienze nuove che ti fanno crescere come persona e come blogger.
Ormai lo seguo da un po', sempre in ritardo, sempre all'ultimo momento, sempre di corsa ma questa volta dovevo essere puntuale per L'ORA DEL paTE'!!
Cosa sarà mai? Vi chiederete...
E' il libro della nostra Community composto da 144 pagine, pubblicato dalla casa editrice Sagep-Genova e venduto al costo di 18€,  nel quale si possono trovare 41 ricette di paté, 8 di burri composti, 33 fra pani e crackers, grissini, muffins, scones chips e tutto quello che fa parte della 17esima sfida dell'MTC. Curato dalla mitica Alessandra Gennaro, le illustrazioni sono di Roberta Sapino (Le Chat Egoiste), le fotografie di Sabrina de Polo e fa parte di una collana di cui è il "primo esemplare". E anche se al tempo del paTE' ancora non facevo ancora parte di questo meraviglioso gruppo lo sento comunque un po' mio ;).

Ma la cosa più bella e importante è che con questo libro, la community dell'MTChallenge sostiene il progetto “cuore di bimbi”, della Fondazione “aiutare i bambini”: nata nel 2000, per iniziativa dell'ingegner Goffredo Modena, la fondazione si propone di dare un aiuto ai bambini poveri, ammalati, senza istruzione, che hanno subito violenze fisiche o morali e garantire loro l'opportunità e la speranza di una vita degna di una persona, nel mondo e in Italia. Sono 71 i Paesi del Mondo in cui la Fondazione interviene, realizzando progetti mirati, concreti, nati per rispondere a emergenze reali e portati avanti con abnegazione, serietà e competenza. Fra questi, appunto, c'è “cuore di bimbi”, attivo dal 2005 in 10 Paesi, che ha permesso ad oggi di salvare la vita a 857 bambini altrimenti condannati da gravi cardiopatie congenite, con esiti spesso letali.
La Fondazione opera nella più assoluta trasparenza, nella convinzione che sia doveroso certificare  ogni voce con la massima chiarezza, in un dialogo continuo che unisce chi è desideroso di fare del bene con chi ha la possibilità di farlo in modo concreto, rispettoso e consapevole di muovere nella stessa direzione: quella dell'aiuto alle tante vittime di questo mondo, rese ancora più indifese dall'essere bambini.
Da oggi, anche noi remiamo con Goffredo, con Sara e con gli oltre mille volontari sparsi sul territorio italiano - e lo facciamo con questo libro che è il primo tassello di quella che ci auguriamo possa essere una collaborazione duratura e proficua.

I link della Fondazione sono:
Assolutamente da sottolineare che tutte le copie de L' ORA DEL paTE' contribuiscono alla campagna “cuore di bimbi”, in base ad un progetto che è nato contemporaneamente al libro e si è sviluppato in parallelo: potete trovarle in tutte le librerie d'Italia, su amazon e su Ibs, sul sito della casa editrice Sagep e, soprattutto, sul sito della onlus, a questo indirizzo http://www.aiutareibambini.it/oradelpate
E allora??? Cosa aspettato a comprarlo??? Sarebbe un modo splendido di fare o farsi un bellissimo regalo facendo del bene... in fondo non è questo lo spirito del Natale ;)

giovedì 28 novembre 2013

I Chìnoli... le preparazioni natalizie cominciano con l'MTC!

Quando la vincitrice dello scorso MTC, la Signorina Pici e Castagne, ha scelto (non a caso ;)) le castagne, avevo in mente tante ricette... poi una sola si è fatta largo tra le altre: i Chìnoli.


Non mi hanno mai attirato particolarmente.. e a dire la verità quando ero piccola non li volevo mai mangiare. Forse perchè da bambina ero convinta che fossero fatti con il sanguinaccio e la cosa mi disturbava un bel po'.

Lui però quando li faceva si prendeva tutto il pomeriggio. Era una delle sue ricette preferite e quello strano luccichio negli occhi quando ne assaporava uno lo riportava, credo, tra le braccia della sua mamma, nella sua casa, a quei sapori di bambino che non ti abbandonano mai.
Non cucinava tanto ma quando lo faceva sembrava di vedere un grande chef al lavoro... aveva il suo "libro di ricette" e sembrava che quelle preparazioni fossero speciali quanto quelle di Gualtiero Marchesi, se non di più.
La sua rubrica con le ricette rigorosamente in ordine alfabetico.. un vero ragioniere, anche in cucina :).

Tutte ricette contadine, della sua terra, del suo mondo.
Adesso non cucina più. Purtroppo la vita non è stata gentile con lui e questo è il mio modo per dirgli grazie! L'amore per le verdure e i prodotti dell'orto e l'attenzione alla tradizione me li ha trasmessi lui.
I Chìnoli sono una preparazione tipicamente natalizia e questa mi sembrava l'occasione giusta per ridare dignità ad una ricetta che ho sempre un po' snobbato ;). E che buoni che sono!!
Dedicata al mio papà!

Ingredienti (in alto nella foto la ricetta originale... io l'ho dimezzata):
Per la sfoglia:
  • 500g di farina 00
  • 1 e 1/2 cucchiai di zucchero (15g)
  • 2 uova intere e un tuorlo (100g le uova intere + il tuorlo)
  • 1/2 bicchiere di olio di oliva (75g)
  • 1/2 bicchiere di vermouth bianco (85g)
Per il ripieno:
  • 150g di  castagne lessate e tritate
  • 100g di noci tritate
  • la buccia di 1/2 mandarino bio (io una clementina)
  • 50g di cedro candito
  • succo di 1/2 arancia
  • 50g di cacao
  • 50g di miele di acacia
  • 1/2 bicchiere di rhum (85g)

  • 1l di Olio di oliva extravergine delicato (per friggere... vi assicuro che non si sente ;))
  • Miele e diavolini per decorare
Tempo di preparazione
ca. 4 h (con le castagne da lessare)
ca. 2h (con le castagne già cotte)

Preparazione 
Lessiamo le castagne. La ricetta prevede le castagne già lessate e tritate ma comunque inserisco anche la cottura. Incidiamo le castagne e mettiamole in una pentola riempita di acqua fredda. Cuociamole, dal bollore, per 40 minuti. Facciamole raffreddare nella pentola e sbucciamole.
Prepariamo la sfoglia. A mano: sulla spianatoia sistemiamo la farina con lo zucchero a fontana e mettiamo al centro gli ingredienti liquidi. Amalgamiamoli prima con una forchetta e poi con le mani. Lavoriamo fino ad ottenere un impasto liscio. Con l'impastatrice: inseriamo prima la farina e poi tutti gli ingredienti liquidi nella ciotola e impastiamo con il gancio a spirale per 5/6 minuti a media velocità (con il Ken vel.2).
In entrambi i casi ricopriamo con pellicola e facciamo riposare.
Prepariamo il ripieno. Mescoliamo tutti gli ingredienti in una ciotola fino ad ottenere un composto omogeneo.
Prepariamo i chìnoli. Stendiamo l'impasto in sfoglie di circa 10cm di altezza e 1mm di spessore (io ho usato la Nonna Papera della Marcato ed ho steso fino allo spessore 6) e sistemiamo piccoli mucchietti di ripieno (1 cucchiaino abbondante) a circa 2cm di distanza l'uno dall'altro. Richiudiamo  in modo da ottenere dei ravioloni rettangolari e tagliamo con la rotella per pasta. Sigilliamo con i rebbi di una forchetta.
Friggiamo in abbondante olio di olio extravergine facendo cuocere per circa due minuti per lato. Scoliamo su carta assorbente e dopo circa 2/3 minuti spostiamo nel piatto da portata.
Ricopriamo con miele di acacia e diavolini colorati.
E Buon Appetito!

Ps: una ricetta molto simile l'ho ritrovata a casa dei suoceri in Campania. I calzoncelli ripieni di castagne, caffè, cedro candito, cioccolata fondente e vermouth somigliano tanto a questa preparazione tipicamente natalizia.

Con questa ricetta partecipo all'MTC di questo mese:

http://www.piciecastagne.it/2013/11/05/mtc-n-34-le-castagne-dalla-polenta-alla-marmellata/

mercoledì 13 novembre 2013

Bocconcini di Gruyère alle tre impanature ripieni di marmellata ai frutti di bosco... il mio terzo street food ;)

La dolce metà da qualche fine settimana a questa parte si è impossessato del telecomando e, guarda un po', la scelta ricade inesorabilmente su un programma di cucina... mi sa che l'ho proprio contagiato!
Ma non sono i "soliti" Montersino, Cannavacciuolo, Poggi a fare da padroni di casa bensì lui, Giorgio Barchiese per tutti Giorgione... 
Beh, chi lo conosce sa già di cosa è fatta la sua cucina... prodotti della terra, ricette "contadine", come le chiama lui "laide e corrotte". Mi piace. Mi piace il suo rapporto con la cucina, così lontano da tutto quello che ormai ci circonda e il piacere che trasmette nell'assaggiare le sue creazioni è contagioso. Qualche sera fa friggeva del pecorino romano ed ho pensato "cosa c'è di più street food di bocconcini di formaggio fritti da mangiare passeggiando?"... Ideale per la Swiss Cheese Parade organizzata da Peperoni e Patate e Formaggi svizzeri.
L'idea mi stava già stuzzicando da un po' e lui mi ha dato, con il suo "mmhhhh... buonooo!", la voglia di provarci ;).
L'idea del "ripieno" si deve invece la nostra vacanza a Tenerife... il camembert fritto servito con la marmellata di frutti di bosco, assaggiato in un ristorante del posto, era divino!
Quindi riempiamo il Gruyère con la marmellata, impaniamolo con un po' di fantasia e friggiamolo... "mmmhhhhh... buonooo" :D.



Per 6 bocconcini di Gruyère (2 persone):
  • 6 rettangolini di Gruyère (5,5cm di altezza x 3,5cm di larghezza x 4cm di spessore)
  • pangrattato q.b.
  • farina di mais fioretto q.b.
  • corn flakes q.b.
  • marmellata di frutti di bosco
  • 1 uovo
  • olio di semi di arachidi per friggere
Tempo di preparazione
1h circa

Preparazione
Tagliamo e riempiamo i rettangolini. Tagliamo a metà, nel senso della lunghezza, i retttangolini di Gruyère e incidiamoli al centro ottenendo una croce


(ho voluto ricordare la Svizzera scegliendo una croce, ma si può anche incidere con un cucchiaino ccreando un piccolo cerchio): eliminiamo il formaggio in eccesso e riempiamo con mezzo cucchiaino di marmellata di frutti di bosco (da suddividere nelle due cavità).


Le tre impanature: pangrattato. Richiudiamo le due metà, rispettando il verso del taglio, e passiamo nell'uovo e poi nel pangrattato i primi due rettangolini. Ripetiamo l'operazione una seconda volta (la panatura deve essere doppia per non far uscire subito il formaggio). Farina di mais fioretto: Passiamo nell'uovo altri due rettangolini di formaggio ripieni e poi nella farina di mais fioretto. Ripetiamo anche per questi rettangolini la panatura. Corn flakes: passiamo nell'uovo gli ultimi due rettangolini di Gruyère ripieni e poi nella farina di mais. Ripassiamo i rettangolini nell'uovo e terminiamo con i corn flakes che avremo leggermente sbriciolato con le mani.
Cuociamo i bocconcini di Gruyère. Riempiamo una pentola capiente di olio di semi di arachidi. Portiamo l'olio a 190° e friggiamo i bocconcini per circa 40 secondi. La cottura deve essere rapidissima perchè il formaggio tende ad uscire dagli angoli. Il tempo ideale sono circa 20 secondi per lato. Scoliamo e facciamo asciugare su fogli di carta assorbente. Serviamo caldi e mangiamo.


E... Buon Appetito!!

Con questa ricetta partecipo al contest organizzato da Tery con Formaggi Svizzeri:


martedì 12 novembre 2013

"Gamberetto Burger" Bunny Style al Gruyère con cipolla caramellata, yogurt greco alla curcuma e sfoglie di Sbrinz

Legato molto spesso alla cultura e tradizione locale il cibo da strada è lo specchio del posto in cui nasce.
Scegliere una ricetta, personalizzarla o a volte crearne una da zero non è facile. Per la prima ricetta ci ho provato... Ho unito ingredienti che mi ricordavano l'autunno, legati alla terra dove ho passato molti anni della mia vita e alle persone a me care. 
Questa volta, per la Swiss Cheese Parade organizzata da Peperoni e Patate e Formaggi svizzeri, cambio registro. 
Qualche sera fa, facendo zapping tra un canale e l'altro, l'attenzione si è concentrata su Eat Street e, in particolare, su Iba Thiam, un cuoco senegalese che ha riportato nel suo "cibo da strada" ad Austin, Texas, i sapori e la storia della sua terra: pollo yassa, fagottino con salsiccia d'agnello e il Dakar Burger Bunny Style.
Iba Thiam racconta che ai tempi dell'apartheid i poveri si recavano sul retro dei ristoranti per chiedere un po' di pane e i cuochi lo svuotavano e lo riempivano così che i padroni non si rendessero conto che al suo interno c'era anche la carne; in seguito il Bunny diventò un cibo di strada molto popolare. Nel suo Dakar Burger Bunny Style il panino diventa una ciotola nella quale mettere un hamburger di vitello e agnello condito con pomodori, cetrioli, salsa allo yogurt e insalata.
La sua storia mi è piaciuta talmente tanto che ho voluto creare anch'io il mio Bunny Burger ma con ingredienti diversi che riflettevano i miei gusti.
Per i panini ho preso spunto da una ricetta di panbrioche al formaggio del "capo" della dolce metà, riadattata per l'occasione; per il resto poi via alla fantasia e sperimentazione ;)... un po' di Calabria, un po' di Usa, un po' di Grecia e tanta Svizzera!
Vi assicuro che era moooltoo buono e l'uomo di casa ne ha mangiati due di fila in preda ad un "delirio formaggioso" che mi ha molto soddisfatto :).
Cominciamo quindi??


Ingredienti per 6 "Gamberetto Burger" Bunny Style:
Per i panini:
  • 230g di farina w330
  • 3 uova
  • 100g di Gruyère
  • 120g di burro
  • 66cl di latte
  • 3g di lievito di birra secco
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1/2 cucchiaino di sale  
  • un uovo sbattuto e un po' di Gruyère grattugiato per la cottura
Per l'hamburger (seguendo le indicazioni di Laurel Evans in Buon Appetito America):
  • 600g di carne di vitello
  • 2 cucchiai di acqua
  • la punta di un cucchiaino di curcuma
Per la cipolla caramellata (da una ricetta riadattata di Andrea Fusco - Giuda Ballerino):
  • 400g di cipolla rossa di tropea
  • 70g di zucchero di canna
  • 80g di aceto bianco
  • 400g di acqua calda da aggiungere gradualmente durante la cottura
Per la salsa alla curcuma:
  • 300g di yogurt greco
  • 1/2 cucchiaino di curcuma
Per le sfoglie di Sbrinz:
Per la composizione:
  • Qualche foglia di lattuga romana

Tempo di preparazione:
La mattina: 1h e 1/2 ca.
Il pomeriggio: 2h e 1/2 ca.

Preparazione
La mattina (ore 9 ca.) prepariamo l'impasto. Sciogliamo il lievito nel latte a temperatura ambiente nella planetaria, aggiungiamo circa un terzo della farina (80g), un uovo e cominciamo ad impastare con la foglia. Quando sarà completamente assorbito, aggiungiamo un altro uovo e facciamo assorbire. Seguiamo con altri 80g di farina. Aggiungiamo lo zucchero e quando sarà completamente assorbito aggiungiamo l'ultimo uovo e a seguire i restanti 70g di farina. Uniamo all'impasto il sale e facciamo assorbire. Uniamo il gruyère grattugiato e facciamo incordare. Quando l'impasto si presenterà elastico e incordato uniamo poco alla volta il burro a tocchetti e facciamo assorbire completamente. Incordiamo l'impasto. Sistemiamo l'impasto ottenuto in un contenitore ermetico a lasciamo riposare a temperatura ambiente per circa 1h, dopo di che mettiamo in frigo a riposare (a circa 6°) per 7 ore.
Il pomeriggio (ore 17:30 ca.) prepariamo la cipolla caramellata e la salsa alla curcuma. Togliamo l'impasto dal frigo e facciamolo riposare a temperatura ambiente per circa 1 ora. Tagliamo la cipolla a striscioline sottili e  mettiamola a caramellare in una padella antiaderente con lo zucchero di canna e l'aceto a fuoco dolce. Man mano che l'aceto si asciuga aggiungiamo l'acqua calda. Cuociamo per ca. 15-20 minuti.
Mescoliamo lo yogurt greco con la curcuma e facciamo amalgamare bene. Mettiamo da parte e conserviamo a temperatura ambiente.
Laviamo le foglie di insalata e mettiamole da parte.
Formiamo i panini (ore 18:30 ca.). Trascorso il tempo di riposo capovolgiamo l'impasto sulla spianatoia infarinata e dividiamolo in 6 pezzi di circa 90g l'uno (io peso sempre l'impasto all'inizio e poi mi regolo in base alla quantità di panini che voglio ottenere e alla loro grandezza). Avvolgiamo stretto prima in un senso e poi nell'altro, fino ad ottenere delle palline regolari. Sistemiamo sulla spianatoia, copriamo con un canovaccio e facciamo riposare per ca. 1 ora.
Cuociamo i panini, prepariamo gli hamburger e le sfoglie di Sbrinz (ore 19:45 ca.). Accendiamo il forno a 190°. Sciogliamo la curcuma nell'acqua e amalgamiamola alla carne. Formiamo 6 hamburger di ca. 9 cm di diametro e sistemiamoli sulla "placca" di silicone Op-Op della Pavoni.
Spennelliamo i panini con l'uovo sbattuto, ricopriamo con un velo di gruyère grattugiato, inforniamo in forno caldo e facciamo cuocere per ca. 25 minuti o cmq fino a quando non saranno ben dorati in superficie. Mentre i panini sono nel forno cuociamo gli hamburger; ricordiamoci di regolarci con i tempi di cottura. Io consiglio una cottura media di ca. 15 minuti per lasciare l'hamburger succoso e saporito.
Nel frattempo prepariamo le sfoglie di Sbrinz: su una placca ricoperta di cartaforno oppure su un tappetino di silicone (io ho usato Op-Op della Pavoni) creiamo 6 mucchietti di circa 9/10g di Sbrinz grattugiato. Con una leggera pressione delle dita allarghiamoli fino a creare dei cerchi di circa 10cm di diametro.
Quando i panini sono pronti, togliamoli dal forno e inforniamo per ca. 5 minuti lo Sbrinz. Lo dobbiamo togliere prima che diventi giallo scuro/arancione per non bruciarsi.
Componiamo il Gamberetto Style Bunny Burger. Tagliamo i panini, che nel frattempo si saranno intiepiditi, e scaviamoli leggermente nella parte inferiore. Ricopriamo con l'hamburger caldo, la lattuga romana, la salsa alla curcuma, la sfoglia di Sbrinz, la cipolla caramellata e richiudiamo con il l'altra metà di panino.
Mangiamo subito e... Buon Appetito!!


Con questa ricetta partecipo al contest organizzato da Tery con Formaggi Svizzeri:

mercoledì 6 novembre 2013

Choux salati di gòugere al sapore di autunno.... la mia prima proposta per la Swiss Cheese Parade!

Street Food!
Questo il tema del contest Swiss Cheese Parade organizzato da Tery con Formaggi Svizzeri che prevede la creazione di una ricetta a tema Street Food e l'utilizzo di  Gruyère e Sbrinz.
Non vi dico la felicità della dolce metà: quando gli ho comunicato che avrei partecipato, che avrei dovuto provare e riprovare varie ricette e che, naturalmente, lui, il "topolino" di casa sarebbe stato il mio primo giudice e consigliere ho percepito un certo luccichio negli occhi ;).
Per la prima ricetta ho pensato a qualcosa di strettamente mio, della mia vita...
Ho scelto ingredienti semplici: la verza che mi ricorda il mio papà, la zucca invece che mi fa ripensare alla "suocera" e alle bontà che mi dona ogni volta che andiamo a trovarla e le nocciole rigorosamente di Giffoni che mi ricordano la provincia di Salerno, luogo in cui ho passato gli anni forse più spensierati della mia vita.
Quando ho visto quindi la verza, le cipolle, le uova, la zucca e l'olio, tutti prodotti provenienti dall'orto che la "suocera" coltiva ogni giorno con cuore e sudore, ho pensato ad un piatto che li contenesse tutti, dal sapore un po' autunnale e che si sposava benissimo con la "custodia" di gòugere.
Inoltre il fatto che somigli ad un "hot dog" lo rende comodo da mangiare e da... street ;).
Ecco come sono nati i miei Choux salati di gòugere "farciti" con verza, zucca, nocciole Igp di Giffoni e Sbrinz.


Ingredienti per 3 choux:
Per gli choux:
  • 66g di acqua
  • 16g di burro
  • 42g di farina 00
  • 1 uovo
  • 33g di Gruyère grattugiata
  • noce moscata
  • pepe
  • sale
Per la "farcitura":
  • 9g di olio evo
  • 9g cipolla bianca
  • 18g di nocciole IGP di Giffoni sgusciate, tostate e pelate
  • 70g di zucca
  • 75g di verza
  • 5g di sbrinz grattugiato
  • sale

Preparazione
Prepariamo la "farcitura". Soffriggiamo nell'olio evo la cipolla e facciamola imbiondire. Uniamo le nocciole tritate grossolanamente e facciamole rosolare per circa 1 minuto. Aggiungiamo la verza tagliata a listarelle sottili, saliamo leggermente, copriamo con un coperchio e facciamo cuocere a fuoco medio per circa 20 minuti. Mescoliamo di tanto in tanto. 
Prepariamo gli choux di gòugere. Facciamo sciogliere il burro nell'acqua con un pizzico di sale in un pentolino a fuoco medio; quando raggiunge un lieve bollore, togliamo dal fuoco e aggiungiamo tutta la farina. Rimettiamo sul fuoco e mescoliamo fino a quando il composto non si staccherà dalle pareti della pentola. Lasciamolo intiepidire, aggiungiamo l'uovo (del quale avremo conservato 1 cucchiaino) e amalgamiamolo con un mestolo; aggiungiamo anche la Gruyère (anche di questa conserviamone 1/2 cucchiaio), un pizzico di noce moscata e di pepe e creiamo un impasto omogeneo.
Sistemiamo un foglio di cartaforno sulla "placca" di silicone Op-Op della Pavoni, mettiamo l'impasto ottenuto in una sac a poche con una larga bocchetta almeno 2,5 cm (io ho utilizzato la sac a poche senza bocchetta) e formiamo tre cilindri lunghi circa 12cm. Spennelliamo con l'uovo sbattuto conservato e ricopriamo con un po' di Gruyère. Inforniamo e facciamo cuocere a 190°
Aggiungiamo la zucca al ripieno. Mentre gli choux cuociono tagliamo la zucca a cubetti di circa 1,5cm, uniamola alla verza e facciamola cuocere per altri 20 minuti. 
Sforniamo gli choux e facciamoli intiepidire. Spegniamo il gas sotto la verza, insaporiamo con lo  Sbrinz grattugiato e facciamo intiepidire. Tagliamo a metà gli choux, "farciamoli" con il ripieno di verza, zucca, nocciole e sbrinz e mangiamo subito. 



Per la scatola ho seguito le istruzioni che ho trovato in questa pagina

E Buon Appetito!!

Con questa ricetta partecipo al contest organizzato da Tery con Formaggi Svizzeri:


sabato 2 novembre 2013

El Día de los Muertos: una meraviglia tutta messicana

Paese con una cultura millenaria, crocevia di popoli e genti sopravvissute ad una violenza inaudita, terra indigena da rivendicare, terra di nessuno e di tutti… ecco cos’è il Messico. 
La fusione delle due culture, quella spagnola e quella precolombiana, incontratesi ormai 5 secoli fa, si respira nelle vie di tutto il Paese, non solo nei piccoli villaggi di agricoltori e pastori, ma anche nelle chiese e nelle Cattedrali di Città del Messico dove le antiche divinità sono diventate un tutt’uno con i santi cristiani. 
Maya, Aztechi (popolazioni precolombiane rispettivamente del sud e del nord del Messico) e le loro storie rivivono nei riti e nelle cerimonie che tuttora si celebrano in tutto il Paese: il Culto dei Morti è una tra le più importanti. Il giorno dei morti (Día de los Muertos) i messicani si recano nei cimiteri, non per portare fiori o per pregare, ma per donare cibo e bevande e “parlare” con i propri morti; li trovi seduti sulle lapidi a chiacchierare e a bere e mangiare. Le costruzioni dei cimiteri sono colorate e non si percepisce la tristezza per la perdita subita ma la gioia di poter stare ancora con i propri cari. In tutto il Paese, perfino nel Palazzo del Governo di Città del Messico, è possibile ritrovare piccoli altari colorati dedicati ai propri morti, adornati da frutta, dolci, bibite, “papel picados” (fogli di carta decorati a mano) e foto dei propri cari. Ma il cibo che è maggiormente presente è il Pan de Muerto: questo dolce, della consistenza di una brioche ma un po’ più secco, viene realizzato in tutto il Messico e le forme più ricorrenti sono quelle che ricordano i teschi e le ossa. 
Differenti sono le ricette e le tecniche di preparazione (ed è normale considerata la vastità del territorio messicano), ma, tra tutte quelle provate, questa è quella che, con il suo sapore e profumo, mi ricorda i miei giorni passati lì. 


Ingredienti per 2 pan de muerto
  • 60g di latte 
  • 60g di acqua 
  • 65g di burro 
  • 400g di farina 00 
  • 50g di zucchero 
  • 12g di lievito di birra fresco 
  • 2 uova (160g circa senza guscio) 
  • 2g di sale 
  • 1g di semi di anice 
Per la glassa: 
  • 30g di burro 
  • zucchero 
Procedimento 
Prepariamo l'impasto. Sciogliamo in una casseruola il burro con l’acqua ed il latte e portiamolo quasi a bollore. In una ciotola mettiamo lo zucchero con 100 g di farina, il lievito sbriciolato e i semi di anice, aggiungiamo il latte, l’acqua e il burro e mescoliamo. Incorporiamo le uova sbattute con il sale, facciamo assorbire completamente e aggiungiamo tutta la farina poco per volta. Impastiamo per almeno 15 minuti o almeno fino a quando non avremo ottenuto una palla liscia e asciutta. Facciamo lievitare in un contenitore, in un luogo caldo, fino al raddoppio del volume. 
Formiamo e cuociamo i pan de muerto. Sgonfiamo l’impasto con le nocche delle mani e dividiamolo in due parti uguali: togliamone 1/5 da ognuna di esse e mettiamolo da parte. Otteniamo dai due impasti grandi due panetti tondi e da quelli piccoli due palline e otto bastoncini di circa 10cm. Premendo con le dita, come per dividere in tre parti il bastoncino, formiamo delle nocche. Sistemiamo i pan de muerto sulla placca leggermente imburrata oppure su un tappetino di silicone (io ho usato Op-Op della Pavoni ricoperto di cartaforno e leggermente imburrato) e lasciamo riposare per circa 1h. 
Cuocete in forno caldo, statico, a 180° per 35 minuti, dopodiché spennellate con il burro sciolto e spolverate di zucchero. Infornate nuovamente per 15 minuti. Lasciamo intiepidire prima di mangiare.

Buon appetito e... ¡Qué viva México!

lunedì 28 ottobre 2013

La mia American Breakfast... molto a nord e poco a sud del Rio Bravo.

Non so cosa succederebbe se vincessi l'MTC..
A parte che credo non ci sia la minima possibilità che questo possa accadere (e la cosa in un certo modo mi rassicura alquanto ;)) ma se mai dovesse succedere, penso ad un colpo apoplettico, seguito da svenimento e successivo attacco di panico. Un po' quello che è successo alla vincitrice di questo mese, Roberta... 
Poi quando leggo la ricetta... Posso dirlo?
Dai sì, siamo tutti amici, qui posso dirlo... Un filino di panico ;)...
Non sono mai stata filo-statunitense... la cucina? A parte il libro di Laurel Evans non so molto su questo argomento. E così quando Roberta ha pubblicato l'American Breakfast per l'MTC di questo mese sono andata un po' in crisi... la 'nduja forse non era il caso a prima mattina ;).
Sono sincera, anche a causa degli impegni di lavoro, per un attimo avevo pensato di rinunciare poi un'idea... la ricetta originale per imparare a conoscere un po' di più della cucina di questo paese e la frase di una ragazzina che chiedeva "Ma lei lo festeggia Halloween?" mi hanno dato la giusta ispirazione per affrontare questa nuova sfida. Un Benedict's Egg e un bel Muffin Mostruoso per una colazione al sapore messicano di Jamaica.


Ingredienti per un B&B ;) ovvero 6 persone:

Per le Benedict's Eggs:
Per gli English Muffin (circa 6):
  • 450 g di farina forte per pane
  • 225 ml latte
  • 55 ml di acqua
  • 7 g lievito di birra secco
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
Per la salsa olandese:
  • 4 tuorli
  • il succo e la buccia di mezzo limone
  • un pizzico di sale
  • 120g di burro, meglio se chiarificato
Poached eggs (ho pensato a due uova a testa :P almeno per ricoprire le due metà di muffin):
  • 12 uova
  • 24 fettine di pancetta arrotolata
Per 6 muffin al cioccolato (la ricetta originale l'ho presa dalla mia amichetta qui):
Ingredienti solidi:
  • 110 g di farina 00 
  • 75 g di cacao amaro in polvere
  • 95g di zucchero bianco
  • 7 g di amido di mais
  • 2 g lievito per dolci
  • un pizzico di sale
Ingredienti liquidi*
  • 125 g acqua calda, molto calda
  • 43 g olio di semi leggero (io di arachidi)
  • 1 uovo
  • 10 gr. di miele (o glucosio)... io miele!
  • i semini di una bacca di vaniglia
Per la decorazione:
  • Pasta di zucchero bianca qb
  • penna nera per decorare oppure piccoli pezzettini di cioccolato 
  • 15g di albume
  • 2 gocce di succo di limone
  • 60g di zucchero a velo 
Per la jamaica:
  • 900 ml di acqua (150 ml a persona)
  • 6 bustine di karkadè o jamaica
  • zucchero qb
Tempo di preparazione:
circa 2 giorni


Preparazione
Da fare il giorno prima: Prepariamo i muffin e il succo di jamaica. Riporto le parole e il procedimento di Cristina con qualche variazione: "Accendere il forno a 190/200° C modalità statico. In una ciotola setacciare bene le farine, il lievito e il cacao. Aggiungere lo zucchero e il sale e rimestare per bene. In un'altra ciotola sbattere con una forchetta le uova, l'olio, il glucosio (o il miele che avrete scaldato leggermente per renderlo più fluido) e i semini della bacca di vaniglia. Versare i liquidi nella ciotola con gli ingredienti secchi, dare una girata al volo e aggiungere tutta insieme l'acqua molto calda. Sempre con la forchetta o un cucchiaio amalgamare grossolanamente e riempire per 2/3 circa 6 pirottini per muffin. Infornare per 15/20 minuti con prova stecchino (a me ce ne son voluti solo 15). Sfornare, annusare e resistere alla tentazione di mangiarli caldi".
Quando si sono raffreddati prepariamo la glassa reale montando l'albume a neve con qualche goccia di limone. Quando è ben montato aggiungiamo lo zucchero a velo e mescoliamo fino ad ottenere una glassa senza grumi. La glassa la utilizzeremo per "attaccare" la pasta di zucchero al muffin.
Con la pasta di zucchero facciamo delle striscioline di circa 10 cm e schiacciamole con le mani. Sistemiamole sui muffin come se fossero delle bende, lasciando un po' di spazio per gli occhi. Con due palline di pasta bianca formiamo gli occhi e utilizziamo dei pezzetti di pasta nera o di cioccolato per fare le pupille. Mettiamo in frigo e facciamo raffreddare.
Prepariamo il succo di jamaica tenendo in infusione i filtri per 5 minuti in acqua bollente a fuoco spento oppure seguendo le indicazioni sulla confezione. Zuccheriamo a piacere e facciamo raffreddare in frigo.
Il giorno dopo. Un paio di ore prima di fare colazione :). Prepariamo gli English Muffin.  Qui invece riporto le parole di Roberta: "In un pentolino, unite il latte e l'acqua e fate intiepidire a fuoco dolce. Versate il lievito nel liquido insieme ai due cucchiaini di zucchero, Mescolate rapidamente con una forchetta o una piccola frusta per far sciogliere il lievito e lasciate riposare per una decina di minuti, finche' in superficie si sara' formato un sottile strato di schiuma. Setacciate la farina in una terrina e versate nel centro il liquido con il lievito, mescolando dapprima con una forchetta e poi con le mani, incorporando a poco a poco la farina fino a che avrete un impasto non troppo sodo. Versate l'impasto sul piano di lavoro infarinato e incorporate a questo punto il sale. Impastate energicamente per almeno dieci minuti, unendo pochissima altra farina se dovesse risultare troppo appiccicoso. Alla fine dovrete ottenere un panetto liscio e vellutato come il culetto  la gota di un bambino. Ungete una di burro una capace ciotola, rotolateci dentro il panetto e ponete a lievitare in luogo tiepido per almeno un'ora o finche' non sara' raddoppiato di volume. Rovesciate nuovamente l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e appiattitelo con le mani, facendo uscire tutta l'aria, fino ad uno spessore di circa 1,5 cm, ma non di piu'. Con un taglia biscotti di 7,5 cm di diametro, ricavate dei dischi di pasta che metterete su una placca da forno infarinata. Rimpastate i ritagli e ricavate altri dischi fino ad esaurimento della pasta. Lasciate riposare i muffins per 15/20 minuti, coperti da un panno o da un'altra teglia rovesciata. Scaldate a fuoco medio una padella antiaderente a fondo spesso o, ancora meglio, in ghisa. Disponeteci 4 muffins alla volta, riducete la fiamma e fateli cuocere per 4 o 5 minuti per ogni lato. Devono rimanere molto soffici e non seccarsi, ma se avete l'impressione che non si siano ben cotti all'interno o sui bordi, potete trasferirli in forno a 180 gradi e farli cuocere per altri 3 o 4 minuti". Importante! Gli English Muffin possono essere congelati. Basterà poi scongelarli un'ora prima di colazione.
Prepariamo le poached eggs. Per le uova ho seguito le indicazioni di Roberta. Utilizziamo una pentola capiente (almeno di 24cm) che avremo riempito di acqua per almeno 5 cm. Apriamo le uova, una per volta, in una ciotolina. Appena compariranno le prime bollicine sui lati e sul fondo della pentola facciamo scivolare le uova, una alla volta, nella pentola. Stacchiamole dal fondo della pentola con una spatola di gomma se necessario. Facciamo cuocere per 3-4 minuti. Quando sono pronte scoliamole con una schiumaiola e facciamole asciugare mettendo sotto la schiumaiola un tovagliolo.
Prepariamo la salsa olandese. Mentre le uova cuociono prepariamo la salsa olandese. Mescoliamo in una ciotola d'acciaio o cmq resistente al calore i tuorli con il succo di limone e un pizzico di sale. Sistemiamo la ciotola su una pentola con acqua in leggera ebollizione facendo attenzione che il fondo della pentola non tocchi l'acqua. Facciamo scaldare i tuorli per una decina di secondi e aggiungiamo il burro fuso intiepidito a filo.  Mescoliamo in modo delicato fino a che la salsa non si è leggermente rappresa. Regoliamo di sale e pepe.




Componiamo la nostra American Breakfast. Tagliamo a metà l'English Muffin e facciamolo tostare per circa un minuto su una piastra a fuoco vivace. "Scomponiamo" la fetta di pancetta e riarrotoliamola a rosellina; in un'altra padellina antiaderente facciamole rosolare. Mettiamo in un piatto le due metà tostate, sistemiamo sopra le poached eggs e i due fiorellini di pancetta. Ricopriamo con salsa olandese.
Accompagnamo con un Muffin Mostruoso e un bicchiere di Jamaica :).

E Buon Appetito!

Con questa mia American Breakfast partecipo all'MTC di questo mese



martedì 8 ottobre 2013

Il congresso della Federazione Italiana Cuochi a Metaponto... il miopensiero ai metapontini.

Ieri al via i lavori del 27° Congresso della Federazione Italiana Cuochi, questa volta a Metaponto, in una regione a me molto vicina: la Basilicata.
Ed è proprio "Pesce povero e grandi chef, Basilicata e Mondo" il tema del congresso che terminerà il 10 ottobre e che, attraverso i piatti di grandi chef italiani, porrà l'accento sulle eccellenze del territorio lucano.
Grazie all'Unione Regionale Cuochi Lucani, e al concorso IoChef organizzato insieme a Teresa De Masi del blog Scatti Golosi, ho avuto la possibilità di conoscere alcuni meravigliosi prodotti di questa terra. Ne avevo già parlato qui, proprio grazie al piatto realizzato per il concorso IoChef e con enorme soddisfazione arrivato tredicesimo su 97 proposte.
Questo il mio modo di essere in qualche modo presente e vicina ai metapontini e agli abitanti delle zone alluvionate.



Timballo di riso alla crema di melanzane rosse di Rotonda, rombo, pomodori "Cettaicàle" di Tolve, peperoni cruschi di Senise, cacioricotta e pane di Matera


Ingredienti per 2 persone:
  • 140g di riso Arborio
  • 100g di filetto di rombo tagliato a dadini di circa 1/2cm
  • 1 pomodoro secco "Cettaicàle" di Tolve
  • 50 g di crema di melanzane rosse di Rotonda
  • 2 peperoni cruschi di Senise IGP già fritti e salati
  • 1 fettina di pane di Matera (circa 50g) tostato
  • un cucchiaino di striscioline sottili di cacioricotta
  • 415g di acqua bollente leggermente salata
  • 1 spicchio d'aglio 
  • 20g di olio
  • 20g di burro
  • sale qb
Tempo di preparazione
45min/1h

Preparazione
Prepariamo il risotto. Tagliamo il pomodoro secco in dadini di circa 1 cm e sbucciamo l'aglio. Facciamoli rosolare nel burro e olio precedentemente sciolti, a fuoco dolce per circa 1 minuto. Aggiungiamo il rombo e facciamo cuocere per un altro minuto. Dopo di che aggiungiamo il riso e dopo che si è un po' tostato cominciamo ad aggiungere l'acqua bollente, poco per volta, continuando a mescolare. Continuiamo così fino a che l'acqua non è terminata (ci vorranno circa 25 minuti). Con il riso che ho utilizzato io mi sono bastati 415g di acqua bollente leggermente salata. Quando il riso è cotto, aggiungiamo la crema di melanzane, spegniamo e facciamo intiepidire per circa 10 minuti.

Componiamo il piatto. Mentre il riso cuoce, sminuzziamo i peperoni cruschi e il pane di Matera precedentemente tostato. Prepariamo un cucchiaino di striscioline sottili di cacioricotta che useremo per decorare il tortino.
Quando il riso ha riposato per circa una decina di minuti, aiutandoci con un coppapasta del diametro di 9cm,  dividiamo il composto in due parti e componiamo il timballo.  Decoriamo con il pane e i peperoni cruschi sminuzzati, ricordandoci di tenerne un po' da parte per decorare il piatto e completiamo con il cacioricotta.

sabato 28 settembre 2013

I "suoi" ravioli, un po' plinnati...

Ho aspettato tanto... poco più di 4 anni... poi ho visto la ricetta dell'MTC di questo mese (le raviòle dël plin di Elisa) e ho capito che era arrivato il momento di parlare di lei.
Era una donna dalle mille risorse, forte, un uragano nella vita di tutti giorni, nel lavoro e in cucina. Quando mia cugina ci invitava a pranzo per le feste si sapeva già qual era il menù: i ravioli con la ricotta e la soppressata calabrese, le braciole al sugo, l'agnello con le patate. Tutto sempre cucinato come se dovesse mangiare un reggimento... il suo modo, tra tanti, di dirci quanto ci voleva bene.
Ora lei non c'è più. Poche parole e questi ravioli, con la forma un po' cambiata (i suoi erano "enormi" :)) sono il mio modo di ricordarla.


Per 4 persone:
Per la sfoglia (la ricetta è di Elisa):
  • 200g di farina 0 (io Mulino Marino)
  • 1 uovo medio intero (nella dose di Elisa 1 uovo grande)
  • 3 tuorli medi (nella dose di Elisa 2 tuorli grandi)
Per il ripieno:
  • 450g di ricotta vaccina
  • 150g di soppressata calabrese
  • sale
  • pepe
Per il sugo:
  • 350g di passata di pomodoro fatta in casa (la passata comprata normalmente è molto più densa di quella fatta in casa... io con questa quantità sono riuscita ad ottenere un sughetto semplice per 4 persone)
  • 20g di olio evo
  • 1 spicchio d'aglio
  • sale
  • qualche fogliolina di basilico per decorare

Tempo di preparazione:
2h ca.

Preparazione
Prepariamo la sfoglia. Riporto per l'impasto il procedimento di Elisa: "Mettere la farina a fontana e rompervi all’interno le uova. Mescolare le uova e la farina partendo dall’interno e incorporando poco per volta la farina. Impastare per una decina di minuti con i palmi delle mani finché si ottiene un composto liscio e compatto. Coprire con pellicola alimentare e far riposare per una trentina di minuti".

Prepariamo il ripieno. Tagliamo a cubettini di circa 1/2 cm la soppressata calabrese e mischiamola alla ricotta. Saliamo leggermente e condiamo con un'abbondante macinata di pepe.

Prepariamo il sugo e i ravioli. Facciamo rosolare l'aglio nell'olio e aggiungiamo la passata di pomodoro. Saliamo leggermente e facciamo cuocere per almeno mezz'ora o comunque fino a quando non ha raggiunto la consistenza giusta o che preferiamo. Mentre il sugo cuoce prepariamo i ravioli.
Stendiamo l'impasto a mano o con la macchinetta (io ho usato la macchinetta per rispettare la "sua ricetta"): se usiamo la seconda, stendiamo la sfoglia allo spessore 8 della Atlas Marcato in strisce di ca.7-8 cm di larghezza. Distribuiamo piccole palline di ripieno e disponiamole a ca.2 cm l'una dall'altra. Ripieghiamo la sfoglia su se stessa e pizzichiamo la pasta tra una pallina e l'altra; sigilliamo la parte inferiore con la rotella e facciamo lo stesso tra un raviolo e l'altro.
Consiglio vivamente ;) la visione del video di Elisa: per me è stato fondamentale per la chiusura dei ravioli.


Cuociamo i ravioli in abbondante acqua salata, alla quale avremo aggiunto anche un filo di olio evo; scoliamo e condiamo con il sugo.
Decoriamo con una fogliolina di basilico e se piace parmigiano reggiano grattugiato e...

Buon Appetito!!

Con questa ricetta partecipo all'MTC di questo mese

giovedì 19 settembre 2013

IoChef : Tartare di palamita "peperonata" su budini di melanzane rossedi Rotonda, insaporiti al basilico e ai peperoni cruschi di Senise IGP

Sono proprio vere le parole di Teresa...

"Già, Cristo in Basilicata non ci è andato: si è fermato ad Eboli. Ed anche noi, purtroppo, non è che abbiamo fatto poi un grande sforzo. La Basilicata – infatti - è ancora terra sconosciuta ai più, soprattutto in cucina. I suoi prodotti tipici, le sue ricette non godono della notorietà che pure meriterebbero."

Vi assicuro che è proprio così. Neanche io che sono cresciuta a 10 km da quella meravigliosa terra alcuni prodotti non li conoscevo... altri invece erano nei miei ricordi e hanno fatto parte della mia infanzia. Una tale vicinanza non poteva che produrre una cucina "contaminata" e per questo ancora più ricca di sapori.
Mio padre cucinava spesso piatti poveri che raccontavano la meraviglia di quei prodotti ormai quasi dimenticati... i peperoni cruschi facevano parte della cucina di sua madre che li utilizzava nella polenta con la verza e nell'insalata di baccalà crudo.
Per anni "'nserte" di peperoni sono state appese a seccare sul terrazzo di casa e quindi era impossibile, quando ho letto del concorso IoChef, non partecipare.
Organizzato dall'Unione Regionale Cuochi Lucani e dal blog Scatti Golosi, questo contest porterà 12 fortunati a Metaponto al 27° Congresso Internazionale della Federazione Italiana Cuochi (F.I.C.)... come?
Grazie all'invio di una selezione di prodotti d'eccellenza


 Melanzana rossa di Rotonda DOP
Olio evo di Majatica
Pane di Matera IGP
Crema di melanzana rossa di Rotonda
Pomodoro secco “Ciettaicàle” di Tolve
Fagioli di Sarconi IGP
Ficotto di Pisticci
Peperone di Senise I.G.P.
Ceci neri di Pomarico
Cacioricotta o ricotta lucana

da abbinare a questi pesci, tipici dei mari lucani e tema centrale (pesce lucano e pesca sostenibile) del congresso:
Mormora
Seppia
Cefalo
Gallinella
Sauro
Pesce serra
Sciabola o bandiera
Triglia agostinella
Polpo
Pettinessa
Palamita
Rombo
Lucerna o pesce prete

Sono arrivata proprio sul filo del rasoio, sia come domanda di partecipazione che come ricetta, ma ho voluto provare diverse combinazioni e varianti e alla fine, quella che mi è piaciuta di più è questa: Tartare di palamita "peperonata" su budini di melanzane rosse di Rotonda DOP, insaporiti al basilico e ai peperoni cruschi di Senise IGP.









Ingredienti per 2 persone (4 budini):
Per i budini:
  • 125g di melanzane rosse di Rotonda DOP (già al netto dello scarto)
  • 125g di panna fresca
  • 1 uovo piccolo (o cmq 38g di tuorlo e albume amalgamati)
  • 2 foglie di basilico di media grandezza
  • 1/2 peperone crusco di Senise IGP già fritto e salato
  • 20g di olio evo di Majatica
  • 1 spicchio d'aglio
Per la tartare:
  • 45g di palamita abbattuta (tenuta per 3gg a -20° o comprata già abbattuta in pescheria)
  • 10g di olio evo di Majatica
  • 1/2 peperone crusco di Senise IGP già fritto e salato
  • sale q.b.
Tempo di preparazione
2h circa (considerando il tempo di raffreddamento dei budini... ricordiamo però che più riposano e meglio è)

Preparazione
Prepariamo i budini. Tagliamo le melanzane a cubetti di circa 1cm. Facciamo rosolare lo spicchio d'aglio con l'olio evo di Majatica e poi aggiungiamo le melanzane. Saliamo e facciamo cuocere per circa 15 minuti a fuoco dolce. Insaporiamo con i peperoni cruschi sminuzzati grossolanamente e con le foglie di basilico. Eliminiamo l'aglio, frulliamo le melanzane nel mixer, aggiungiamo la panna e l'uovo e frulliamo nuovamente per 5-10 secondi. Cuociamo in forno caldo a 180° (io ventilato sopra e sotto) a bagnomaria per 30 minuti in stampini cilindrici del diametro di 5 cm (io ho usato questi della Pavoni). Togliamo dal forno e facciamo raffreddare i budini nella teglia con l'acqua fino a quando quest'ultima non si sarà raffreddata. Più riposano e meglio è ;) 

Prepariamo la tartare. Tagliamo la palamita in cubetti di poco meno di 1cm e mettiamola in un recipiente a "marinare" con l'olio evo di Majatica, il peperone crusco di Senise spezzettato e una spolverata di sale per circa mezz'ora.

Componiamo il piatto.  Sformiamo delicatamente i budini e sistemiamone due in ogni piatto. Distribuiamo la tartare sui budini e serviamo.

E Buon Appetito!!

E se non si era capito ;) con questa ricetta partecipo al concorso IoChef


La ricetta dei budini è quella dell'MTC di Maggio 2012 che ho fatto... e rifatto... e rifatto :)

giovedì 27 giugno 2013

La mia insalatina tutta "leggera leggera"... gambas al ajillo salad ovvero insalata romana e gamberoni all'aglio su cialda di parmigiano, con emulsione di olio, aglio e peperoncino

La mia mamma a casa: "battesimo" del barbecue e della dolce metà come fochista di salsicce calabresi, doghe (quelle che qui a Roma chiamano spuntature) e bisteccone di vitello che la metà sarebbe bastata a sfamarci tutti e tre. Certo, il tutto era accompagnato da una insalatina leggera leggera per sentirci meno in colpa per il livello di grassi e colesterolo che stavamo ingurgitando in quel momento ma l'ospite, a dieta perenne e convinta di dover sempre perdere "qualche chiletto" (senza averne bisogno), il giorno dopo ha richiesto un pranzo leggero.
Avere una madre più magra di te, che tiene alla linea più di te e che fino a poco tempo fa, e non perchè adesso sia ingrassata lei, portava due taglie meno di te è dura! Però una cosa che la mia mamma non ha mai fatto è evitare di mangiare: quando c'è la salsiccia alla brace, piuttosto che la lasagna, si trasforma in un ottima forchetta e poi espia le sue "colpe" :). 
La mia insalatina doveva essere un modo per "limitare i danni" dovuti all'abbuffata della sera precedente.. ma non aveva fatto i conti con l'Mtc ;).
Complici dei bei gamberoni rimasti da un altro Mtc spettacolare, quello della Mai (e qui resta tutto in famiglia ;)), la Caesar Salad del Cozzaro (per l'occasione ribattezzato Cozzaman) diventa un'insalatina con gamberoni all'aglio, su cialda di parmigiano, con emulsione di olio, aglio e peperoncino. La potrei quasi chiamare Gambas al ajillo salad perchè mi sono ispirata a una delle tapas che preferisco (i gamberi all'aglio) ;). L'idea iniziale prevedeva una salsina alioli, ma il poco tempo a disposizione (e anche il fatto che le uova che avevo non erano freschissime) non me lo ha concesso. Per il futuro mi riservo di provare anche questa variante.
La mamma è rimasta soddisfatta... molto! Promossa quindi ;)...


Ingredienti per 2 persone:
  • 120g di lattuga romana al netto dello scarto
  • 8 gamberoni
  • 80g di parmigiano reggiano grattugiato
  • 40g di olio evo
  • 1 jalapeño fresco
  • 3 spicchi d'aglio
  • sale
Tempo di preparazione:
20/30 minuti ca.

Procedimento
Prepariamo le cialde. Accendiamo il forno a 180°, ventilato con grill, e facciamo riscaldare per ca. 10 minuti. Sistemiamo su di una teglia ricoperta di cartaforno un mucchietto di parmigiano (40g) e allarghiamolo delicatamente con le mani fino ad ottenere un cerchio di circa 15cm di diametro. Teniamo nel forno per circa 5 minuti o almeno fino a quando non si è sciolto completamente e anche leggermente rappreso. Attenzione: non deve colorirsi troppo altrimenti non si piegherà più. Togliamo dal forno e, aiutandoci con la lama lunga di un coltello (non a seghetto), solleviamo la cialdina ancora morbida e sistemiamola su di una tazza capovolta (io ho usato le cocotte). Facciamo raffreddare. Ripetiamo con la seconda cialda.

Prepariamo l'insalata e i gamberoni. Laviamo l'insalata e spezziamola con le mani. Sistemiamola in una ciotola. Puliamo i gamberoni eliminando la testa, il carapace e il filino intestinale; facciamo rosolare l'aglio, al quale avremo tolto l'anima, insieme al peperoncino ed uniamo i gamberi. Saliamo e cuociamo qualche minuto per lato. Togliamo dalla padella e teniamo in caldo. Frulliamo l'olio con l'aglio e il peperoncino con il minipimer.


Componiamo e serviamo. Condiamo l'insalata con l'emulsione ottenuta, saliamo leggermente e dividiamola nella due cialde. Adagiamoci sopra i gamberoni e irroriamo di nuovo con un poco di emulsione e...

Buon appetito!!!

Con questa ricetta partecipo all'Mtc di Giugno 

martedì 28 maggio 2013

Taieddhra... tu gust is mej' che uan.

Non credo servano altre parole per intitolare un post che si va ad aggiungere a più di cento ormai sulla questione "tahieddra e cucina pugliese"...
Poche parole: in cucina non c'è un'unica e sola verità!
La cucina è sperimentazione, creazione, gioco e soprattutto, allegria...
Non posso mai dimenticare il topino Remy di Ratatouille quando prova ad abbinare i sapori e un mondo di colori si "impossessa" di lui...



Mi piace l'idea che chiunque possa diventare un grande chef, motto del film della Disney, e i grandi chef partono dalla tradizione per trovare nuova ispirazione, nuovi sapori.

Non che mi possa paragonare ad uno di loro ma anche questa volta ci ho provato... qui le mie due versioni della meravigliosa ricetta della Tahieddra di Christian, proposta per l'MTC di Maggio.
Sempre sul gong... qualcuno dirà "come al solito" ed avrebbe anche ragione :D.
Ma questa volta ho un'attenuante... una specie di intossicazione da pesce in generale, e cozze nello specifico, che non mi ha permesso neanche di avvicinarmi al bancone... mamma mia che cosa brutta!
Potevo rinunciare alle cozze, come da regolamento, ma volevo provare la versione "original" anche se poi, alla fine, ho modificato anche quella :).
Le mie due versioni.
La prima prevede una variazione della ricetta di Christian solo per quanto riguarda il riso e le cipolle e la seconda è proprio "eretica".. hihihi...

Allora cominciamo con la prima.
Taieddhra riso, patate e cozze con riso selvatico dei laghi canadesi.


Partiamo dal fatto che il riso selvatico dei laghi canadesi cuoce normalmente in 50-55 minuti... la cosa mi ha abbastanza preoccupato e la mia versione prevede una cottura molto più lunga rispetto alla versione di Christian. Cmq a parte l'apertura delle cozze il procedimento è lo stesso della ricetta originale.
Vi confesso un segreto... non avevo mai pulito o cucinato le cozze.
Ci aveva pensato sempre la mia mamma o mio fratello e, nonostante non abiti con loro da ormai molti anni, il pensiero di farlo io non mi ha mai sfiorato lontanamente.
Troppe voci sulle cozze... Attenzione a dove le compri! Devi tirare quel filino "zozzoso"... mmhh no grazie!
Poi arriva l'MTC... e vabbè! Inutile ripetere quello che ho imparato in questo meraviglioso gruppo e quanto ho sperimentato divertendomi..
Allora, passata l'intossicazione, vado in pescheria e compro le cozze!

Ingredienti per 2 persone:
  • 200g di cozze
  • 150g di patate ca.
  • 1 zucchina
  • 1/2 cipolla rossa di Tropea media
  • 100g di riso nero selvatico dei laghi canadesi
  • 2 pomodorini pachino
  • formaggio grattugiato (metà grana e metà parmigiano) qb
  • olio evo
Tempo di preparazione:
Armatevi di santa pazienza... più di 2h e 1/2

Procedimento
Puliamo e facciamo aprire le cozze. Laviamo le cozze sotto l'acqua corrente, eliminando il bisso (il filino "zozzoso" :)) ed eventuali conchigliette o incrostazioni con una raschietta (dicesi raschietta la spugnetta in lana d'acciaio). Mettiamo in una padella capiente le cozze pulite e facciamole aprire sul fuoco per qualche minuto con il coperchio.
Componiamo la taieddhra. Tagliamo a fettine sottilissime le patate, le zucchine e le cipolle, preferibilmente con la mandolina, e sistemiamole sul fondo del recipiente, preferibilmente di coccio, dove avremo precedentemente versato un filo d'olio. Copriamolo completamente. Ricopriamo le verdure con uno strato sottile di riso, precedentemente sciacquato, e copriamo con le cozze, alle quali avremo tolto le valve e i pomodorini tagliati a pezzettini.

Making of...
Ricopriamo con un altro strato di patate, zucchine e cipolle. Versiamo tutta l'acqua delle cozze (filtrata) nel coccio e aggiungiamo tanta acqua quanta ne serve per arrivare a filo con l'ultimo strato di verdure. Ricopriamo con il formaggio grattugiato. Cuociamo la taieddhra in forno ventilato a 160° per circa 1h, poi copriamo con stagnola e continuiamo la cottura per un'altra ora. Il tempo aggiuntivo e l'utilizzo della stagnola è stato richiesto da: il riso che non cuoceva mai e lo strato superiore di verdure che si stava dorando un po' troppo :).
Serviamo. Facciamo riposare per almeno mezz'ora. Serviamo tiepida e facciamoci una "panza tanta" perchè è buonissima...

Buon Appetito!


Versione due.
Diciamo che ne volevo fare un'altra... peccato che in pescheria non ci fosse il pesce richiesto ma delle meravigliose e freschissime seppie e allora:

Taieddhra di riso, patate e seppie


Ingredienti per 2 persone:
  • 2 seppie di circa 15cm di lunghezza (esclusi i tentacoli) pulite
  • 100g di patate ca.
  • 1 zucchina
  • 1/2 cipolla rossa di Tropea media
  • 100g di riso arborio
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • formaggio grattugiato (metà grana e metà parmigiano) qb
  • olio evo
Tempo di preparazione:
Anche qui i tempi sono lunghi ma non come prima... circa 2h


Procedimento
Prepariamo le seppie. Tagliamo i tentacoli delle seppie in pezzettini di circa 1cm, facciamoli rosolare in una padella con un po' di olio; passati un paio di minuti aggiungiamo il vino e continuiamo la cottura per un altro paio di minuti.
Componiamo la taieddhra. Tagliamo a julienne le patate e le zucchine e tritiamo la cipolla. Mescoliamo i tentacoli cotti al riso e usiamolo per riempire, non completamente perchè il riso cresce in cottura, le sacche delle seppie. Sistemiamo sul fondo del recipiente, preferibilmente di coccio, uno strato di verdure e "condiamole" con un filo d'olio. Adagiamo le seppie riempite sulle verdure a julienne. Mescoliamo le verdure rimaste con il riso e riempiamo completamente il coccio. Ricopriamo con il vino e aggiungiamo tanta acqua quanta ne serve per arrivare a filo con l'ultimo strato di verdure e riso. Cuociamo la taieddhra in forno ventilato a 160° per circa 50 minuti, aggiungendo acqua all'interno delle seppie se necessario (io ne ho dovuti aggiungere un paio di bicchieri) poi copriamo con il formaggio grattigiato e continuiamo la cottura per altri venti minuti.
Serviamo. Facciamo riposare per circa dieci minuti. Serviamo la seppia ripiena circondata del riso, zucchine, patate e seppia...

Buon Appetito!

Attention Pleaseeee!!
  • Il riso selvatico canadese non si "appappa" ma si mantiene sgranato o almeno a me si è mantenuto così...

Con queste due ricette partecipo all'Mtc di questo mese:


lunedì 13 maggio 2013

Coccinelle, apette e farfalline di riso al radicchio e 'nduja su letto di songino e radicchio... un benvenuto al sole :)

Che ne pensate? Possiamo dire che la primavera è finalmente arrivata?
Mah, alcuni giorni, secondi me, si può proprio parlare di estate ma qui a Roma il tempo è ancora un po' ballerino.
Oggi, per esempio, è una gran bella giornata! Il sole sul terrazzo sta riscaldando tutte le piante e spero tanto che i peperoncini comincino a fiorire :). Ne ho comprate diverse qualità quest'anno.. in realtà sono per mio fratello ma aspetto che almeno uno per pianta esca così da potermi rubare i semi :) Siamo ancora in tempo per piantare!!
E visto che il mini-terrazzo si è anche riempito di insettini vari (api, calabroni, coccinelle... :(), come non poterli ricordare anche nella mia cucina?!
Così sono nate le coccinelle, le apette e le farfalline di riso al radicchio e 'nduja su insalata di songino e radicchio.. non vi dico i commenti delle mie amiche fotografe O_o Vabbè, ma cosa ci si poteva aspettare da un risotto lasciato un po' morbido e burroso? :D


Per questo piatto i sommelier di Tavolo14 consigliano uno spumante e, nello specifico, il Franciacorta Satèn Argens di La Montina.

Ingredienti per 4 persone (8 mini risottini):
  • 260g di riso parboiled
  • 90g di radicchio (ricordarsi di metterne da parte un paio di foglie per l'insalata di decorazione)
  • 1 cucchiaino di n'duja
  • 25g di scalogno
  • 30g di olio evo
  • 25g di burro 
  • 25g di formaggio parmigiano reggiano grattugiato
  • acqua bollente salata (prepararne almeno 1,5 lt)
  • songino e radicchio q.b. per decorare
  • sale q.b.
Tempo di preparazione
1h circa

Preparazione
Prepariamo il risotto. Mettiamo a riscaldare l'acqua con il sale. Tagliamo lo scalogno a striscioline sottili e facciamolo imbiondire nell'olio evo; aggiungiamo il riso, facciamolo tostare per circa 30 secondi e, a questo punto, uniamo il radicchio precedentemente lavato e tagliato a julienne. Facciamolo appassire per circa 30 secondi e aggiungiamo due mestoli di acqua bollente salata. Mescoliamo spesso e continuiamo ad aggiungere acqua (a questo punto un mestolo per volta) fino a quando il riso non è cotto. Spegniamo il fuoco e mantechiamo con il burro, il formaggio e la 'nduja. Assaggiamo e se necessario "aggiustamo" di sale.

Prepariamo le apette, le coccinelle e le farfalline. Dividiamo il risotto nelle formine (io ho usato questo stampo della Silikomart) e facciamolo riposare per almeno 10 minuti. Laviamo bene il songino, eliminando eventuali radichette, e aggiungiamolo al radicchio. Condiamo leggermente l'insalatina, sformiamo i risottini delicatamente e adagiamoceli sopra. Serviamo tiepidi.

E Buon Appetito!


Attention pleaseee!!
  • Aggiungendo poca acqua per volta riusciamo ad ottenere un risotto un po' più asciutto e quindi dei contorni più definiti;
  • Ho abbandonato l'uso del dado nel risotto da un bel po' di tempo: usando solo acqua e sale i sapori delle verdure restano inalterati e si percepiscono a pieno. Se proprio l'idea non vi piace, usate un brodo vegetale delicato fatto con cipolla, carota, sedano e patata o il dado fatto in casa;
  • A me piace il riso parboiled perchè resta al dente ma se volete far "appappare" ancora di più il risottino utilizzate un Originario.

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