«Ésta es la relación de como todo estaba en suspenso,
todo en calma, en silencio;
todo inmóvil, callado
y vacía la extensión del cielo.
Ésta es la primera relación, el primer discurso.
No había todavía un hombre,
ni un animal, pájaros, peces, cangrejos, árboles, piedras, cuevas, barrancas, hierbas ni bosques: sólo el cielo existía»
(Anónimo, Popol Vuh. Libro de los consejos)
Tutto era sospeso, immobile, silenzioso... non c'era nessun essere sulla terra, c'era solo il cielo. Dopo le tre precedenti creazioni gli dei, el Creador y el Formador, si resero conto che l'unico materiale utile per creare l'uomo era il mais:
«de maíz amarillo y de maíz blanco se hizo su carne;
de masa de maíz se hicieron los brazos y las piernas del hombre.
Únicamente masa de maíz entró en la carne de nuestros padres,
los cuatro hombres que fueron creados. [...]
el primer hombre fue Balam-Quitzé, el segundo Balam Acab, el tercero Mahucutah y el cuarto Iqui-Balam»
(Idem)
de masa de maíz se hicieron los brazos y las piernas del hombre.
Únicamente masa de maíz entró en la carne de nuestros padres,
los cuatro hombres que fueron creados. [...]
el primer hombre fue Balam-Quitzé, el segundo Balam Acab, el tercero Mahucutah y el cuarto Iqui-Balam»
(Idem)
E così l'uomo fu plasmato dagli dei dei Maya che riconoscevano nel mais un elemento fondamentale nella creazione. Il mais, ele/alimento molto importante della cultura indigena, sineddoche della madre-tierra acquista vita, voce, mobilità perché riassume tutti gli elementi della madre-terra e della natura: rispettandolo, gli indios vivranno serenamente, si assicureranno un buon raccolto e avranno la protezione degli dei.
L'opera da cui ho tratto questi frammenti è il Popol Vuh, il libro sacro dei Maya-Quichè, forse il testo indigeno americano più conosciuto nel mondo: risalente alla seconda metà del XVI secolo, fu scritto integralmente in lingua quiché e tradotto in castigliano tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo.
è possibile ritrovare in esso concezioni cosmografiche, tradizioni religiose e cronologie dei Maya-Quiché fino al 1550, quindi storie e tradizioni di origine precolombiana.
Chi mi conosce sa che ho studiato tanto i Maya e la loro oralitura (quel misto di oralità e scrittura che ha reso la loro "letteratura" unica al mondo) e sa quanto io ami la loro civiltà. Ma non si tratta dello studio o della passione per qualcosa che non c'è più. I Maya sono ancora presenti in Messico, parlano ancora la lingua dei loro antenati (anche se "contaminata" da secoli di dominazione) e credono ancora che l'uomo sia stato creato con il mais.
Alcuni racconti contemporanei che ho tradotto ci parlano ancora della creazione e del meraviglioso sincretismo che popola le terre mesoamericane.
Quando, per l'MTC, ci hanno chiesto che la ricetta di questo mese, i muffin di Francesca, fosse legata ad un libro è la prima opera che mi è venuta in mente.. il mais, la creazione, il Messico e da lì il peperoncino e quei meravigliosi gamberi al cocco con crema di mango piccante mangiati, nonostante fossero le 9 di mattina, a colazione a Champotón.
Tanti sono i ricordi che mi legano a quei luoghi: dalla macchina che si è fermata di fronte ad una caserma, di notte, piena di soldati armati fino ai denti che ci intimavano di lasciare libero il passaggio (il Messico è uno dei paesi dove c'è la più alta percentuale di agenti e soldati corrotti) e di lì l'albergo improvvisato, agli enormi scarafaggi nell'albergo di Palenque o ai grilli (di cui io ho una paura folle e irrazionale) grandi come "elicotteri" nel sito archeologico di Uxmal. Ma ricordo anche le piramidi di Palenque, Uxmal, Chichen Iztá e Oaxaca, i sapori che "esplodono" e il calore della gente di quei posti che saranno sempre con me, ovunque mi trovi.
E il profilo maya che gli altri mi dicono di avere, nonostante capelli e occhi chiari, è un segno che sono profondamente legata a loro.
Ma passiamo alla ricetta.
Mais, per la loro storia, gamberoni al cocco in salsa di mango piccante per quella mattina a Champotón e panna acida invece di yogurt perchè molto presente nella loro cucina.
I muffin sono stati cotti in pirottini di alluminio e poi sistemati nella carta velina bianca, rossa e verde, i colori della bandiera del Messico. Per ottenere quella specie di pirottino ho tagliato tre quadrati di uguale grandezza e li ho sovrapposti.
Ingredienti per 5 muffin:
1h circa
Procedimento
L'opera da cui ho tratto questi frammenti è il Popol Vuh, il libro sacro dei Maya-Quichè, forse il testo indigeno americano più conosciuto nel mondo: risalente alla seconda metà del XVI secolo, fu scritto integralmente in lingua quiché e tradotto in castigliano tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo.
è possibile ritrovare in esso concezioni cosmografiche, tradizioni religiose e cronologie dei Maya-Quiché fino al 1550, quindi storie e tradizioni di origine precolombiana.
Scultura in legno, intagliata a mano, raffigurante il dio del mais Yum Kaax comprata a Palenque (Chiapas) |
Chi mi conosce sa che ho studiato tanto i Maya e la loro oralitura (quel misto di oralità e scrittura che ha reso la loro "letteratura" unica al mondo) e sa quanto io ami la loro civiltà. Ma non si tratta dello studio o della passione per qualcosa che non c'è più. I Maya sono ancora presenti in Messico, parlano ancora la lingua dei loro antenati (anche se "contaminata" da secoli di dominazione) e credono ancora che l'uomo sia stato creato con il mais.
Alcuni racconti contemporanei che ho tradotto ci parlano ancora della creazione e del meraviglioso sincretismo che popola le terre mesoamericane.
Quando, per l'MTC, ci hanno chiesto che la ricetta di questo mese, i muffin di Francesca, fosse legata ad un libro è la prima opera che mi è venuta in mente.. il mais, la creazione, il Messico e da lì il peperoncino e quei meravigliosi gamberi al cocco con crema di mango piccante mangiati, nonostante fossero le 9 di mattina, a colazione a Champotón.
Tanti sono i ricordi che mi legano a quei luoghi: dalla macchina che si è fermata di fronte ad una caserma, di notte, piena di soldati armati fino ai denti che ci intimavano di lasciare libero il passaggio (il Messico è uno dei paesi dove c'è la più alta percentuale di agenti e soldati corrotti) e di lì l'albergo improvvisato, agli enormi scarafaggi nell'albergo di Palenque o ai grilli (di cui io ho una paura folle e irrazionale) grandi come "elicotteri" nel sito archeologico di Uxmal. Ma ricordo anche le piramidi di Palenque, Uxmal, Chichen Iztá e Oaxaca, i sapori che "esplodono" e il calore della gente di quei posti che saranno sempre con me, ovunque mi trovi.
E il profilo maya che gli altri mi dicono di avere, nonostante capelli e occhi chiari, è un segno che sono profondamente legata a loro.
Ma passiamo alla ricetta.
Mais, per la loro storia, gamberoni al cocco in salsa di mango piccante per quella mattina a Champotón e panna acida invece di yogurt perchè molto presente nella loro cucina.
I muffin sono stati cotti in pirottini di alluminio e poi sistemati nella carta velina bianca, rossa e verde, i colori della bandiera del Messico. Per ottenere quella specie di pirottino ho tagliato tre quadrati di uguale grandezza e li ho sovrapposti.
Ingredienti per 5 muffin:
- 100g di farina 00
- 50g di farina di mais fioretto + 15g per l'impanatura dei gamberi
- 4g di lievito istantaneo
- 1g di sale
- 1 pizzico di bicarbonato
- 1 uovo + 1 per l'impanatura dei gamberi
- 35g di burro fuso + un altro pochino per imburrare i pirottini (se usiamo quelli di alluminio) e per il tocco finale
- 65g di panna acida
- 80g di polpa di mango
- 1 peperoncino jalapeño
- 4g di miele
- 5 gamberoni
- 30g di cocco grattugiato
- olio evo
1h circa
Procedimento
Prepariamo i gamberi al cocco. Facciamo sciogliere il burro a bagnomaria e mettiamolo da parte. Mescoliamo in un piatto il cocco grattugiato e 15g di farina di mais fioretto. Puliamo i gamberoni eliminando la testa, il carapace e il filino intestinale ma lasciando la punta della coda. Sbattiamo un uovo con un pizzico di sale e passiamoci dentro i gamberoni. Ripassiamoli nel cocco e soffriggiamoli in una padella con olio evo. Facciamoli dorare leggermente, circa 1 minuto per lato, a fuoco medio. I gamberoni non dovranno cuocere tantissimo, altrimenti nel forno rischiano di seccarsi troppo.
Mettiamo i gamberoni ad asciugare su fogli di carta da cucina.
Prepariamo i muffin. Accendiamo il forno, in modalità statica a 190°. Setacciamo in una ciotola la farina 00 e quella fioretto insieme al lievito, il sale e il bicarbonato. Frulliamo la polpa di mango con il miele e uniamolo, in un'altra ciotola, all'uovo sbattuto con la panna acida e al peperoncino tritato. Imburriamo e infariniamo i pirottini.
Versiamo gli ingredienti liquidi nella ciotola con quelli solidi e molto rapidamente mescoliamo l'impasto. Tagliamo due pezzettini, dal lato della testa dei gamberoni e mettiamoli da parte.
Cuociamo i muffin. Dividiamo l'impasto ottenuto in 5 pirottini. Inseriamo all'interno dei muffin, di lato, i due pezzettini di gamberoni e, al centro, quello più grande con la coda. Cuociamo per 25 minuti avendoo cura di abbassare la temperatura del forno a 180° appena messi dentro i muffin.
A cottura ultimata distribuiamo un pezzettino di burro su ogni muffin e, dopo 5 minuti, togliamoli dal pirottino e mettiamoli a raffreddare su una griglia. Servite caldi e...
Buon Appetito!!
Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di questo mese:
Attention pleaseeee!!
- Ho messo il peperoncino insieme agli ingredienti liquidi perchè la farina avrebbe creato una pellicola protettiva che non lo avrebbe fatto "amalgamare" bene all'impasto durante la cottura.
- I muffin vengono solo poggiati sulla carta velina e sempre sulla parte bianca. Attenzione alla carta colorata per uso non alimentare. La cosa migliore sarebbe quella di trovare dei pirottini bianchi e decorarli con la velina rossa e verde.
- Per la versione "originale" vi consiglio di leggere il post di Francesca, chiarissimo e con due ricette strepitose.
- Piccola precisazione geografico-culturale ;): il Popol Vuh è stato ritrovato a Chichicastenango in Guatemala ma è solo un confine geografico perchè è considerato libro sacro da tutti i Maya.
Mi hai riportato in Yucatan.... esattamenete a Campeche....dove mi sono gustata i migliori gamberi al cocco della mia vita durante un magnifico viaggio tutto inseguendo le tracce die Maya tra Messico e Guatemala ...
RispondiEliminaLa civiltà maya ha sempre incuriosito molto anche me. Per i tuoi muffins ti sei ispirata a qualcosa di grande, legato ad una tua passione e ad un tuo viaggio, e il risultato è qualcosa di originale, azzeccato e molto invitante!!!
RispondiEliminaCara Eli,
RispondiEliminaTi dico solo quattro parole: sei il mio mito!
:*
che bellissimo post, pieno di informazioni che non conoscevo, di un paese dove non sono mai andata e mai andrò anche se mi piacerebbe molto, di una cucina che mi piacerebbe molto gustare.
RispondiEliminabellissimo, come i tuoi muffin così speciali che esplodono anche loro, ma di sapore!
S-T-R-E-P-I-T-O-S-O !!! La tua passione, la tua cultura, la tua ricerca, tutto e molto ancora in un piccolo muffin.
RispondiEliminaLa civiltà Maya ha sempre suscitato la mia curiosità e il fatto che ancora tante domande su questo popolo sono tutt'ora senza risposta me li ha sempre fatti associare al mistero, ergo: attrazione a mille.
Per gli ingredienti da te scelti, sto ancora sbavando letteralmente. Questa ricetta me la salvo e la preparerò presto, non vedo l'ora di assaggiarli e sentirne tutti i sapori meravigliosi. Grazie per la dritta sul peperoncino, io l'avrei messo dritto dritto fra i secchi!!
Presentazione da 10 e lode.
Un immenso grazie.
Francy
Ciao,vorrei mangiarli tutti questi tuoi stupendi muffin...e riguardo al post, non posso dire altro se non che l'ho letto con interesse crescente. Complimenti
RispondiEliminaNon ho parole. Sapevo che lo avresti fatto. :)
RispondiEliminahai saputo interpretare non un libro, ma una cultura intera in un muffin con una sapienza imbattibile.
L'unica cosa che non ti perdono è che io non possa mangiarlo :P
grazie di aver condiviso con noi un po' della tua passione Maya.
ti abbraccio
Ma che belli che sono!!!! Sono simili a quelli che ho fatto io, ma hai due vantaggi: li hai fatti prima e sono moooooooolto più interessanti! Complimenti! :D Un bascione
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