venerdì 28 novembre 2014

Muffin al cocido manchego con verza, ceci, guanciale, paprika e polpettine ovvero il mio muffin chisciottesco e surreale... solo per l'MTC!


«En un lugar de la Mancha, de cuyo nombre no quiero acordarme, no ha mucho tiempo que vivía un hidalgo de los de lanza en astillero, adarga antigua, rocín flaco y galgo corredor. 
Una olla de algo más vaca que carnero, salpicón las más noches, duelos y quebrantos los sábados, lentejas los viernes, algún palomino de añadidura los domingos, consumían las tres partes de su hacienda»
(Miguel de Cervantes, Don Quijote de la Mancha. I) 

Chi non conosce il Quijote? E chi, per una volta nella vita non ha sentito la netta sensazione di combattere contro i mulini a vento?
Mi è sembra piaciuta l'idea di un cavaliere errante che oltre ogni aspettativa e, soprattutto, contro ogni consiglio si avventurava per la Spagna alla ricerca di una donzella da salvare, di un drago da sconfiggere, di un'ingiustizia da combattere. 
Forse perchè alcune volte anch'io mi sono sentita un po' così: un cavaliere che con un'armatura improvvisata, in groppa ad un ronzino cercava di farsi avanti contro giganti immaginari, alla ricerca di qualcuno da salvare che, alla fine, non era altro che la proiezione di se stesso.
Fondamentalmente è sempre stata presente nella mia vita, prima di studentessa e poi di insegnante: non potrò mai dimenticare quell'alunno di II media che disse di conoscere le meravigliose avventure del cavaliere spagnolo e del suo scudiere Ciccio Panza (O_o), la prima lezione di letteratura spagnola tenuta in un liceo linguistico, che trattava proprio del Quijote o il mio esame di abilitazione che si concentrava sull'analisi dell'episodio dei mulini a vento.
Insomma un  cavaliere dalla triste figura che mi accompagna e che mi segue in alcuni dei momenti più importanti della mia vita personale e professionale.
Ed è proprio questa l'opera (la II) che ho scelto per i muffin di Francesca dell'MTC di questo mese. Anche questa volta niente dolce ma un muffin salato all'interno del quale far convergere la cucina mancega del cavaliere errante e di quell'epoca. 
La olla a cui si riferisce nell'incipit dell'opera non è altro che quel pentolone dove c'è  «más vaca que carnero» (più vacca che castrato) chiamato generalmente cocido.
Sebbene a Madrid ci sia uno dei cocidos più celebri e più conosciuti, è un piatto che ritroviamo in tutta la Spagna e che risale ai sefarditi, gli ebrei spagnoli, consumato durante lo shabat, giorno durante il quale non si poteva accendere il fuoco per cucinare.
Il piatto, preparato dalle donne sefardite il venerdì sera, conteneva diversi tipi di carne (a seconda delle proprie possibilità, ma normalmente capretto o agnello, vitella o pollo), ceci o fagioli bianchi, uova sode, cipolla, aglio e un po' di olio di oliva. Alcune volte anche un pizzico di zafferano per dare un po' di colore al piatto. Un bollito che doveva cuocere 3-4 ore e che veniva poi consumato in tre portate: prima il brodo con fette di pane, poi i legumi e gli ortaggi e, infine, la carne.
In seguito all'espulsione degli ebrei dalla Spagna del 1492, nella preparazione si aggiunsero anche lardo, insaccati e altri prodotti suini vietati alla religione ebraica, soprattutto la morcilla, salume tipico spagnolo a base di sangue di maiale e bandiera di appartenenza, in quel periodo, alla religione cristiana. Per lo stesso motivo venne quasi abolito l'olio d'oliva perchè considerato "segno di deviazione eretica", sostituito (anche nelle caldissime terre di Andalusia, quindi altamente sconsigliato) dallo strutto.
Dopo questa lunghiiisiiiiiimmmmaaaaaa :) parentesi storica torniamo al nostro cavaliere.
Il cocido manchego è un diretto discendente della olla podrida (che non  dobbiamo tradurre come "pentola marcia" ma come "pentola con dentro tutto mescolato", da una storpiatura del francese pout-pourri) che ha pochissime varianti ed è un piatto tipicamente invernale servito ancora in tre portate: la prima il brodo con fideos, la seconda carne e insaccati e la terza i ceci con le verdure.
Non potendo mettere gli spaghetti nei muffin o immergerlo nel brodo :) ho deciso di darne una mia interpretazione...
Quindi il mio muffin surreale e chisciottesco non è altro che un muffin ai ceci, verza, guanciale e paprica affumicata (per poter "simulare un po' il sapore della morcilla o del chorizo) con una polpettina al centro, per ricordare un po' la carne di vitello ;).
Ed eccolo qui nella sua scintillante armatura improvvisata.


Le notizie storiche sono state prese da un bellissimo libro di Marina Cepeda Fuentes, Le pentole di Don Chisciotte. A tavola con il cavaliere della triste figura, dove la scrittrice e giornalista "itagnola" analizza la cucina nell'opera cervantina e ne delinea la storia nella Spagna di allora e di adesso. Nel libro sono presenti anche 25 ricette ("che tratta di come devono essere preparati i piatti citati da Cervantes"), tra queste anche il cocido manchego.

Ingredienti per 6 muffin:
  • 150g di farina 00
  • 4g di lievito istantaneo
  • 1 pizzico di bicarbonato
  • 1 uovo
  • 35g di burro fuso
  • 80g di verdure di cui 40g di verza già lessata (tagliata a listarelle e cotta in padella con rivestimento in pietra con il coperchio, sale e un po' d'acqua) e 40g ceci già lessati 
  • 1 spicchio d'aglio
  • 10g di olio evo
  • 80g di yogurt magro
  • 25g di fomaggio di pecora (io cacio di Pienza nero)
  • 25g di guanciale
  • 1g di sale
  • 6 polpettine
Per le polpettine
  • 30g di carne macinata
  • sale
  • un pizzico di paprica affumicata
  • un cucchiaino di acqua
Tempo di preparazione
1h ca. (esclusi i tempi di cottura dei ceci e della verza)

Procedimento
Prepariamo il "frullato" di verdure e le polpettine. Facciamo rosolare uno spicchio d'aglio in 10g di olio evo. Aggiungiamo il guanciale tagliato a dadini e facciamo rosolare. Mettiamo da parte il guanciale e aggiungiamo la verza e i ceci. Facciamo insaporire per circa 5 minuti, aggiungendo acqua di cottura dei ceci se necessario. Quando l'acqua è totalmente assorbita, eliminiamo l'aglio e frulliamo le verdure. Facciamo raffreddare. Sciogliamo il burro a bagnomaria.
Mescoliamo la carne tritata con un cucchiaino di acqua, un pizzico di sale e una puntina di paprica affumicata. Formiamo delle polpettine grandi come noccioline e rosoliamole per un paio di minuti (giusto il tempo di fargli fare un po di crosticina ;)).

Prepariamo i muffin. Accendiamo il forno, in modalità statica a 190°. Setacciamo in una ciotola la farina 00 insieme al lievito, il sale, il bicarbonato, il guanciale, il formaggio grattugiato. In un'altra ciotola uniamo l'uovo sbattuto con lo yogurt, il "frullato" di verdure e il burro. Imburriamo e infariniamo i pirottini. 
Versiamo gli ingredienti liquidi nella ciotola con quelli solidi e molto rapidamente mescoliamo l'impasto. Tagliamo due pezzettini, dal lato della testa dei gamberoni e mettiamoli da parte.
Cuociamo i muffin. Distribuiamo 2 cucchiai di impasto in 5 pirottini. Inseriamo all'interno dei muffin, al centro, una polpettina e copriamo con un altro cucchiaio di impasto. Cuociamo per 25 minuti avendo cura di abbassare la temperatura del forno a 180° appena messi dentro i muffin.
A cottura ultimata distribuiamo un pezzettino di burro su ogni muffin e, dopo 5 minuti, togliamoli dal pirottino e mettiamoli a raffreddare su una griglia. Servite caldi e...
Buon Appetito!!
Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di questo mese:

giovedì 27 novembre 2014

Il panuozzo "monoporzione" con broccoli, salsiccia e provola affumicata de La Tramontinae farina Miracolo del Molino Grassi



Ormai si sa, mi piace impastare!
Mi piace sentire l'impasto che piano piano si trasforma tra le mani e, in alcuni casi, si incorda, che lievita e diventa, con il calore del forno, una delizia. Mi piace impastare di tutto, dalla pasta frolla alla pasta fatta in casa ma ciò che mi sta facendo impazzire è l'impasto della pizza napoletana. Capisco che non avendo il forno adatto non posso sperare in un prodotto perfetto ma io non mi arrendo.
Avevo già provato a farla e con un buon risultato, ad essere sincera, ma volevo riprovare con il lievito di birra e seguendo il disciplinare della Pizza Napoletana STG pubblicato da Profumi da forno
L'impasto questa volta, realizzato con la farina Miracolo del Molino Grassi per il contest Imparando s'Impara, mi serviva per fare dei panuozzi monoporzione, "involucro" perfetto per una delizia tutta campana inviatami dalla Tramontina per aver vinto la categoria Mozzarella del contest TerradiFuoco.
Ne avevo già pubblicato un altro e il contenuto, anche in quel caso, aveva il meraviglioso sapore affumicato dei loro prodotti. Questa volta però si tratta della provola affumicata che ha una pasta più porosa rispetto alla scamorza affumicata e un sapore meno deciso e più delicato. Insomma, una vera e propria bontà!!


Questo è un altro piccolo omaggio all'iniziativa #terradifuoco e a La Tramontina. Di nuovo Grazie!
E grazie al Molino Grassi! Ma cos'è Miracolo? Le parole de Molino Grassi, riportate sulla confezione, spiegano appieno questo meraviglioso prodotto: "Per salvaguardare la biodiversità e il territorio è nata la collaborazione fra Molino Grassi e Caludio Grossi, agricoltore parmense che da anni lavora per recuperare le antiche varietà locali. di grano. Si è dato così vita al "Grano del Miracolo" ormai dimenticato da nni. Un grano ricco di fosforo, ferro e sostanze antiossidanti. Ideale per ottenere prodotti da forno unici per sapori e profumi."
 Ho adattato le dosi di Profumi dal forno (dalle quali puoi ottenere ca. 15 pizze, se non ho sbagliato a fare i conti) alle mie esigenze.: siamo in due ma mangiato quanto 4 persone... e si vede!!! :D

Dosi per 6 panuozzi (monoporzione)
  • 400g di farina Miracolo del Mulino Grassi
  • 200g di acqua
  • 12g di sale marino
  • 3g di lievito di birra fresco diviso in 5 parti- ce ne serve una sola parte
Per la farcitura
  • broccoli siciliani sbollentati 
  • 3 salsicce
  • 2 provole affumicate La Tramontina
Tempo di preparazione
9h ca. (compresi tutti i tempi di lievitazione)

Procedimento
Prepariamo l'impasto. Sciogliamo il sale nell'acqua e aggiungiamo il 10% della farina prevista. Cominciamo a impastare con il gancio a foglia nella planetaria a velocità 1. Aggiungiamo il lievito e facciamo sciogliere. Aggiungiamo la farina rimanente (questa operazione deve durare ca. 10 minuti). Montiamo il gancio, aumentiamo la velocità a 1 e 1/2 e facciamo impastare per ca. 15 minuti.
L'impasto finale deve risultare elastico e morbido ma non appiccicoso.
Mettiamo sulla spianatoia, con un leggero spolvero di farina, a lievitare per 2h ca. coperto da un panno umido e da pellicola.
La pezzatura. Con l'ausilio di una spatola o di un tarocco dividiamo l'impasto in 6 parti da circa 90g l'una e lasciamo lievitare da 4 a 6h.
Formatura e cottura. Accendiamo il forno a 220° statico (o funzione pizza) e facciamo arrivare a temperatura con la pietra refrattaria dentro. Stediamo delicatamente l'impasto sulla spianatoia infrinata, esercitando una leggera pressione con i polpastrelli, fino a dare una forma leggermente allungata. Sistemiamo il panuozzo sulla "mini-pala" per pizza in legno naturale e facciamo scivolare sulla refrattaria lentamente. Cuociamo per circa 5 minuti e togliamo da forno.
Farcitura. Tagliamo delicatamente a metà il panuozzo e riempiamo con i broccoli e la salsiccia e con la provola affumicata. Rimettiamo in forno per altri 2-3 minuti e...

Buon Appetito!!!

Con questa ricetta partecipo al contest di Molino Grassi:
http://www.impastandosimpara.it/2014/10/blogger-love-qb-il-contest-di-molino-grassi-seconda-puntata/

sabato 22 novembre 2014

Maya Muffin: muffin di mais, salsa di mango ai jalapeños e gamberi al cocco per l'MTC



«Ésta es la relación de como todo estaba en suspenso,
todo en calma, en silencio;
todo inmóvil, callado
y vacía la extensión del cielo.
Ésta es la primera relación, el primer discurso.
No había todavía un hombre,
ni un animal, pájaros, peces, cangrejos, árboles, piedras, cuevas, barrancas, hierbas ni bosques: sólo el cielo existía»
(Anónimo, Popol Vuh. Libro de los consejos)

Tutto era sospeso, immobile, silenzioso... non c'era nessun essere sulla terra, c'era solo il cielo. Dopo le tre precedenti creazioni gli dei, el Creador y el Formador, si resero conto che l'unico materiale utile per  creare l'uomo era il mais:

«de maíz amarillo y de maíz blanco se hizo su carne;
de masa de maíz se hicieron los brazos y las piernas del hombre.
Únicamente masa de maíz entró en la carne de nuestros padres,
los cuatro hombres que fueron creados. [...]
el primer hombre fue Balam-Quitzé, el segundo Balam Acab, el tercero Mahucutah y el cuarto Iqui-Balam»
(Idem)

E così l'uomo fu plasmato dagli dei dei Maya che riconoscevano nel mais un elemento fondamentale nella creazione. Il mais, ele/alimento molto importante della cultura indigena, sineddoche della madre-tierra acquista vita, voce, mobilità perché riassume tutti gli elementi della madre-terra e della natura: rispettandolo, gli indios vivranno serenamente, si assicureranno un buon raccolto e avranno la protezione degli dei.
L'opera da cui ho tratto questi frammenti è il Popol Vuh, il libro sacro dei Maya-Quichè, forse il testo indigeno americano più conosciuto nel mondo: risalente alla seconda metà del XVI secolo, fu scritto integralmente in lingua quiché e tradotto in castigliano tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo.
 è possibile ritrovare in esso concezioni cosmografiche, tradizioni religiose e cronologie dei Maya-Quiché fino al 1550, quindi storie e tradizioni di origine precolombiana.

Scultura in legno, intagliata a mano, raffigurante il dio del mais Yum Kaax comprata a Palenque (Chiapas)

Chi mi conosce sa che ho studiato tanto i Maya e la loro oralitura (quel misto di oralità e scrittura che ha reso la loro "letteratura" unica al mondo) e sa quanto io ami la loro civiltà. Ma non si tratta dello studio o della passione per qualcosa che non c'è più. I Maya sono ancora presenti in Messico, parlano ancora la lingua dei loro antenati (anche se "contaminata" da secoli di dominazione) e credono ancora che l'uomo sia stato creato con il mais.
Alcuni racconti contemporanei che ho tradotto ci parlano ancora della creazione e del meraviglioso sincretismo che popola le terre mesoamericane.
Quando, per l'MTC, ci hanno chiesto che la ricetta di questo mese, i muffin di Francesca, fosse legata ad un libro è la prima opera che mi è venuta in mente.. il mais, la creazione, il Messico e da lì il peperoncino e quei meravigliosi gamberi al cocco con crema di mango piccante mangiati, nonostante fossero le 9 di mattina, a colazione a Champotón.
Tanti sono i ricordi che mi legano a quei luoghi: dalla macchina che si è fermata di fronte ad una caserma, di notte, piena di soldati armati fino ai denti che ci intimavano di lasciare libero il passaggio (il Messico è uno dei paesi dove c'è la più alta percentuale di agenti e soldati corrotti) e di lì l'albergo improvvisato, agli enormi scarafaggi nell'albergo di Palenque o ai grilli (di cui io ho una paura folle e irrazionale) grandi come "elicotteri" nel sito archeologico di Uxmal. Ma ricordo anche le piramidi di Palenque, Uxmal, Chichen Iztá e Oaxaca, i sapori che "esplodono" e il calore della gente di quei posti che saranno sempre con me, ovunque mi trovi.
E il profilo maya che gli altri mi dicono di avere, nonostante capelli e occhi chiari, è un segno che sono profondamente legata a loro.
Ma passiamo alla ricetta.
Mais, per la loro storia, gamberoni al cocco in salsa di mango piccante per quella mattina a Champotón e panna acida invece di yogurt perchè molto presente nella loro cucina.

Scultura in legno, intagliata a dipinta a mano, comprata a Mitla (Oaxaca)

I muffin sono stati cotti in pirottini di alluminio e poi sistemati nella carta velina bianca, rossa e verde, i colori della bandiera del Messico. Per ottenere quella specie di pirottino ho tagliato tre quadrati di uguale grandezza e li ho sovrapposti.


Ingredienti per 5 muffin:
  • 100g di farina 00
  • 50g di farina di mais fioretto + 15g per l'impanatura dei gamberi
  • 4g di lievito istantaneo
  • 1g di sale
  • 1 pizzico di bicarbonato
  • 1 uovo + 1 per l'impanatura dei gamberi
  • 35g di burro fuso + un altro pochino per imburrare i pirottini (se usiamo quelli di alluminio) e per il tocco finale
  • 65g di panna acida
  • 80g di polpa di mango
  • 1 peperoncino jalapeño
  • 4g di miele
  • 5 gamberoni
  • 30g di cocco grattugiato
  • olio evo
Tempo di preparazione
1h circa

Procedimento
Prepariamo i gamberi al cocco.  Facciamo sciogliere il burro a bagnomaria e mettiamolo da parte. Mescoliamo in un piatto il cocco grattugiato e 15g di farina di mais fioretto. Puliamo i gamberoni eliminando la testa, il carapace e il filino intestinale ma lasciando la punta della coda. Sbattiamo un uovo con un pizzico di sale e passiamoci dentro i gamberoni. Ripassiamoli nel cocco e soffriggiamoli in una padella con olio evo. Facciamoli dorare leggermente, circa 1 minuto per lato, a fuoco medio. I gamberoni non dovranno cuocere tantissimo, altrimenti nel forno rischiano di seccarsi troppo.
Mettiamo i gamberoni ad asciugare su fogli di carta da cucina.

Prepariamo i muffin. Accendiamo il forno, in modalità statica a 190°. Setacciamo in una ciotola la farina 00 e quella fioretto insieme al lievito, il sale e il bicarbonato. Frulliamo la polpa di mango con il miele e uniamolo, in un'altra ciotola, all'uovo sbattuto con la panna acida e al peperoncino tritato. Imburriamo e infariniamo i pirottini. 
Versiamo gli ingredienti liquidi nella ciotola con quelli solidi e molto rapidamente mescoliamo l'impasto. Tagliamo due pezzettini, dal lato della testa dei gamberoni e mettiamoli da parte.

Cuociamo i muffin. Dividiamo l'impasto ottenuto in 5 pirottini. Inseriamo all'interno dei muffin, di lato, i due pezzettini di gamberoni e, al centro, quello più grande con la coda. Cuociamo per 25 minuti avendoo cura di abbassare la temperatura del forno a 180° appena messi dentro i muffin.
A cottura ultimata distribuiamo un pezzettino di burro su ogni muffin e, dopo 5 minuti, togliamoli dal pirottino e mettiamoli a raffreddare su una griglia. Servite caldi e...

Buon Appetito!!


Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di questo mese:



Attention pleaseeee!!
  • Ho messo il peperoncino insieme agli ingredienti liquidi perchè la farina avrebbe creato una pellicola protettiva che non lo avrebbe fatto "amalgamare" bene all'impasto durante la cottura.
  • I muffin vengono solo poggiati sulla carta velina e sempre sulla parte bianca. Attenzione alla carta colorata per uso non alimentare. La cosa migliore sarebbe quella di trovare dei pirottini bianchi e decorarli con la velina rossa e verde.
  • Per la versione "originale" vi consiglio di leggere il post di Francesca, chiarissimo e con due ricette strepitose.
  • Piccola precisazione geografico-culturale ;): il Popol Vuh è stato ritrovato a Chichicastenango in Guatemala ma è solo un confine geografico perchè è considerato libro sacro da tutti i Maya.



lunedì 17 novembre 2014

TerradiFuoco: i premi di un produttore d'eccellenza... la Tramontina

Qualche mese fa si è cercato di cambiare... cambiare l'opinione che la gente aveva dei prodotti campani, correggere la disinformazione o le informazioni errate che avevano reso una regione con dei prodotti eccellenti sinonimo di inquinamento e cibo "corrotto".
Lo hanno voluto fortemente Teresa De Masi, Evelina Bruno, Giustino Catalano e i produttori che hanno partecipato a TerradiFuoco (Pastificio dei Campi, Casa Barone, La Tramontina, Agrigenus, Biscottificio Maresca, Sapori vesuviani) e ci sono riusciti.
Io, nel mio piccolo, ci tenevo particolarmente a partecipare. Chi mi conosce sa quanto sia legata alla Campania e volevo far parte anch'io del percorso di valorizzazione dei suoi meravigliosi prodotti.
Quello a cui sono più legata è sicuramente la mozzarella di bufala ed è per questo che le ricette con le quali ho partecipato al contest (1.Torrette di mozzarella di bufala, melanzane, alici di Cetara e vellutata al finocchietto selvatico e 2.Budini di pomodori confit su frolla al basilico e stracciatella di mozzarella di bufala campana dop) la vedevano come protagonista quasi assoluta.
Poco più di un mese dopo sono stata felicissima di sapere che la mia ricetta era risultata tra le vincitrici e che mi ero aggiudicata proprio il premio de La Tramontina.



Le ceramiche vietresi, realizzate da Ceramiche Antonelli per La Tramontina, sono bellissime. 



Insieme 1Kg di mozzarella di bufala (di cui 500g affumicata) da poter mangiare in famiglia.
La mozzarella l'abbiamo gustata quasi "assoluta", per poterne apprezzare appieno il sapore... un filo di olio evo e un po' di pepe nero tostato e pestato a mano.

Con quella affumicata invece ho realizzato una ricetta tutta campana a breve su questi schermi... stay tuned!

Con questo post colgo l'occasione per ringraziare nuovamente Teresa De Masi, Evelina Bruno, Giustino Catalano, i produttori e tutti i partecipanti per aver reso possibile la realizzazione di questo bellissimo contest.
E un grazie speciale a La Tramontina, produttore di mozzarella di bufala dop, che continua a credere nella sua terra e nelle sue eccellenze.

giovedì 6 novembre 2014

¡Bienvenido Rafa! Petit Beurre e tanto amore...


Ritorniamo a circa 3 anni fa, la mia prima supplenza. Dopo anni di lavoro all'università sommersa dai libri di letteratura ispanoamericana, si ritornava tra i banchi di scuola: questa volta dall'altro lato della cattedra.
Che strana sensazione!
Ragazz@ tra i 14 e i 16 anni, quasi tutti più alti di me, sarebbero stati i miei primi alunni, quelli che avrei ricordato per tutta la mia vita (la prima classe non si scorda mai ;)) e la cosa mi spaventava un po'.
Dalla mia parte tre colleghe, Angie, Vale e Giovi, che mi hanno accompagnata e aiutato per tutto l'anno e che, piano piano, si sono prese un pezzo del mio cuore. Eravamo i quattro cavalieri dello lingua spagnola, le revolucionarias della scuola e fondamentalmente lo siamo ancora. Il sistema scolastico italiano ci ha separate ma noi, imperterrite, continuiamo a vederci, a crescere insieme e a essere sempre presenti nei momenti difficili.
E' da un po' che aspetto di scrivere questo post... non avrei potuto farlo prima perchè la diretta interessata avrebbe scoperto quello che stavamo organizzando. Lei, la prima di noi ad essere diventata mamma, ha atteso la nostra visita al piccolo tesoro, ignara di tutte le discussioni, su gruppi di WhatsApp a lei sconosciuti, fatte per poter organizzare al meglio la nostra prima spedizione. Tanti regalini per il nostro nipotino e dei biscottini personalizzati per dirgli che gli vogliamo tanto bene e che saremo sempre le sue zie un po' pazzerelle.
Con tutto il cuore... Benvenuto Raffaele!!!
Attenzione questi biscottini sono come le ciliegie: uno tira l'altro ;).
La ricetta dei Petit beurre l'ho trovata sul blog di Martina. Ho apportato qualche modifica, ma veramente piccola, al procedimento.. per il resto tutto uguale. Lo stampino, invece, l'ho comprato su Amazon.

Ingredienti per ca. 70 biscottini
  • 500g di farina 00
  • 200g di burro leggermente salato
  • 200g di zucchero
  • 125g di acqua
  • 2g di sale
  • 8g di lievito per dolci
Tempo di preparazione
ca. 5 h (compreso il risposo in frigo di 3 h)

Procedimento
Prepariamo l'impasto. Mettiamo a sciogliere a fuoco basso in una pentola il burro con lo zucchero, l'acqua e il sale. Portiamo a ebollizione, spegniamo e facciamo raffreddare per ca. 20 minuti. Setacciamo la farina, aggiungiamo il composto e mescoliamo con un cucchiaio fino a che gli ingredienti non sono ben amalgamati. Quando sarà un po' meno morbido, lavoriamolo a mano e formiano un rettangolo di ca.20cmx10 da chiudere nella pellicola e da far raffreddare in frigo per ca. 3 ore.
Prepariamo i biscotti. Estraiamo i biscotti dal frigo e stendiamo l'impasto fino ad ottenere uno spessore di ca. 3-4mm. Tagliamo i biscotti con lo stampino e incidiamoli con la scritta che preferiamo. Inforniamo e cuociamo in forno ventilato a 180° per ca. 12 minuti o cmq fino a quando non sono dorati al centro e un po' più scuri ai lati. Facciamo raffreddare su una griglia. 
E Buon Appetito!!!

Attention pleaseeee!!!!
  • Martina forma con l'impasto una palla e non un rettangolo. Ho provato entrambe le versioni e mi è sembrato meno difficile e più veloce (vista la mia poca esperienza con i dolci) stendere il rettangolo.
  • Attenzione alla cottura. Io ne ho cotti metà sulla teglia in silicone della Pavoni Op-Op e metà sulla teglia di acciaio. Il silicone è più veloce e diffonde più rapidamente il calore. Potete calcolare ca. 2 minuti in meno sul tempo di cottura indicato (10 minuti teglia in silicone Op-Op e 12 minuti teglia in acciaio).
  • Il tempo di cottura dipende anche dallo spessore dei biscotti e dal vostro forno.
  • Se conservati in un sacchetto di plastica per congelare o in una scatola di latta, questi biscotti si manterranno fragranti e friabili per diversi giorni.
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