Quando mia sorella ha deciso di andare a vivere in Romagna la reazione
dei più non è stata delle migliori.: si è cominciato con "è troppo
lontana...", per continuare con "ci vogliono quasi 10 ore di viaggio
-mannaggia all'Italia che è così lunga -".... "e la nipotina quando la
vediamo?!"..
Avere lontana una nipotina, che hai visto crescere prima giorno per giorno nella pancia della sua mamma e poi per più di un anno a pochi km da casa tua, non è stato facile all'inizio.
Poi io sono andata a vivere a Roma e la possibilità di vederci è diventata più concreta.
Oggi è a casa mia... ogni volta che deve scendere in Calabria si ferma da me!
Quindi questa piadina, dedicata alla mia gnometta, non può che subire una sorta di sincretismo culinario, l'unione prolifica di elementi che nella nostra cucina ci sono sempre stati e che riscopriamo, con una veste diversa, anche in quella degli altri.
I fichi li andavamo sempre a raccogliere in campagna: quelli a 'mulignana erano i miei preferiti. Pochi, visto che provenivano da una piccola pianta posta in un angolino del grande terreno che mio nonno aveva lasciato a mio padre, e da centellinare.
La 'nduja.
E le melanzane, che papà coltivava e che tagliavamo a striscioline sottili (per farle sott'olio) fino a far diventare le mani scure, che si travestono da gratinati, uno dei piatti romagnoli che mi ha conquistato da subito. Ho cercato la ricetta su Le ricette regionali italiane di Anna Gosetti della Salda ma non l'ho trovata e quindi mi sono ispirata a quella di mio cognato, romagnolo doc.
Un prolifico incontro di sapori.Poi io sono andata a vivere a Roma e la possibilità di vederci è diventata più concreta.
Oggi è a casa mia... ogni volta che deve scendere in Calabria si ferma da me!
Quindi questa piadina, dedicata alla mia gnometta, non può che subire una sorta di sincretismo culinario, l'unione prolifica di elementi che nella nostra cucina ci sono sempre stati e che riscopriamo, con una veste diversa, anche in quella degli altri.
I fichi li andavamo sempre a raccogliere in campagna: quelli a 'mulignana erano i miei preferiti. Pochi, visto che provenivano da una piccola pianta posta in un angolino del grande terreno che mio nonno aveva lasciato a mio padre, e da centellinare.
La 'nduja.
E le melanzane, che papà coltivava e che tagliavamo a striscioline sottili (per farle sott'olio) fino a far diventare le mani scure, che si travestono da gratinati, uno dei piatti romagnoli che mi ha conquistato da subito. Ho cercato la ricetta su Le ricette regionali italiane di Anna Gosetti della Salda ma non l'ho trovata e quindi mi sono ispirata a quella di mio cognato, romagnolo doc.
Ingredienti:
Per 3 piadine (la dose di Tiziana è dimezzata):
- 250 g di farina 00 (preferibilmente classica blu gran mugnaio del molino Spadoni)
- 65 g di acqua
- 65 g di latte parzialmente scremato fresco
- 50 g di strutto
- 7 g di lievito per torte salate Pizzaiolo
- 5 g di sale fine
- 1 pizzico di bicarbonato di sodio
- 2 melanzane lunghe (ca. 370g)
- 6 cucchiai di 'nduja di Spilinga IGP (la quantità dipende dalla tolleranza al piccante ;))
- 5 fichi neri medi
- 2 spicchi d'aglio piccoli
- prezzemolo
- 50g di pangrattatto
- 25g di olio evo
- sale qb
Tempo di preparazione
1h per stesura e cottura + 48h per il riposo dell'impastoProcedimento
Due giorni prima: prepariamo la piadina. Mettiamo la farina a
fontana sulla spianatoia e sistemiamo al centro lo strutto, fatto
ammorbidire per circa mezz'ora, il lievito, il bicarbonato e il sale.
Cominciamo ad impastare aggiundendo, man mano, l'acqua e il latte
leggermente intiepiditi. Lavoriamo l'impasto fino a quando non risulterà
liscio e omogeneo. Sistemiamo l'impasto in una ciotola, copriamo con
pellicola e facciamolo riposare per 48 ore ad una temperatura massima di
20°. Se la temperatura è superiore, facciamo riposare in frigo.
Un'ora prima. Accendiamo il forno (ventilato sopra e sotto) a 180°. Laviamo le melanzane ed eliminiamo il picciolo. Tagliamole nel senso della lunghezza in tre parti e cuociamole per ca. 2-3 minuti per lato su una padella antiaderente (io una di quelle con rivestimento in pietra). Tritiamo l'aglio (al quale avremo tolto l'anima) e il prezzemolo (in totale dovrà riempire un cucchiaino) e mischiamolo al pangrattato e all'olio. Saliamo a gusto. Distribuiamo il composto sulle melanzane e inforniamo per 15 minuti.
Prepariamo la piadina. Ricaviamo dall'impasto tre palline e stendiamole fino ad ottenere una piadina di circa 20cm di diametro e 1/2 cm di spessore.
Per la cottura sarebbe necessario il testo o l'apposita teglia di
terracotta; in alternativa io ho utilizzato una padella antiaderente (di
quelle con rivestimento in pietra). Regoliamo la fiamma in modo che la
piadina non cuocia troppo rapidamente, rimanendo cruda all'interno. Man
mano che sono cotte, sistemiamole una sull'altra per mantenerle calde.
E poi... Distribuiamo un paio di cucchiai di 'nduja su metà piadina, sistemiamo due fette di melanzane e ca. 1 fico e mezzo. Chiudiamo. Ripetiamo il procedimento per le altre due piadine e...